Il trionfo dei Taviani

La 56esima edizione dei David di Donatello premia i decani del nostro cinema e il loro film più vitale, Cesare deve morire: delusione per Giordana e Moretti, mentre 6 riconoscimenti a Sorrentino. Le interviste ai premiati.
Intervista a Paolo e Vittorio Taviani, vincitori del David per il miglior film e miglior regia
Intervista a Zhao Tao, vincitrice del David come miglior attrice protagonista
Intervista a Pier Francesco Favino, vincitore del David come miglior attore non protagonista
Intervista a Paolo Sorrentino, vincitore con Umberto Contarello del David per la miglior sceneggiatura
Intervista a Guido Lombardi candidato per la miglior opera prima, e all'attrice Esther Elisha
Intervista a Liliana Cavani, vincitrice del David alla carriera
Intervista a Michela Cescon, miglior attrice non protagonista
Intervista a Mario Martone (miglior film e regia ai David 2011 con Noi credevamo)
Intervista ad Anita Caprioli, candidata come miglior attrice non protagonista per Corpo Celeste
Intervista a Chiara Francini
Intervista a Claudia Gerini, candidata come miglior attrice protagonista per Il mio domani

Venerdì 4 maggio, su Rai Movie in diretta e su Rai 1 in differita, si è svolta la cerimonia di premiazione dei 56esimi David di Donatello, l’Oscar italiano con cui l’Accademia del cinema nazionale premia il meglio della stagione passata. Come saprete se avete letto qui , hanno trionfato i fratelli Taviani con l’ottimo Cesare deve morire. Premi meritati – al film, alla regia, al produttore, al montaggio, al sonoro – per quello che è stato il film più inventivo tra i titoli che competevano al premio, il più vitale nelle forme seppure girato dai più anziani autori in gara; peccato però per il bellissimo Habemus papam di Nanni Moretti, che nonostante le 15 candidature ha vinto solo il premio sacrosanto per Michel Piccoli come attore protagonista, per le scenografie e i costumi.
Grande sconfitto è stato Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, forte di 16 nomine, ma vincitore per i due non protagonisti – perfetti – Pierfrancesco Favino e Michela Cescon e per gli effetti speciali (e qui avrebbe meritato qualcosa L’arrivo di Wang dei Manetti Bros.). Mentre se la cava più che bene This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, che delle sue 14 nomination ne trasforma in premio ben 6 (sceneggiatura, colonna sonora, canzone, trucco, acconciatura e fotografia).
La sorpresa della serata è stato il premio come miglior attrice protagonista a Zhao Tao, rivelazione (in Italia, ché in patria è già famosa) di Io sono Li, film d’esordio di Andrea Segre. E proprio tra i registi esordienti la spunta Francesco Bruni, regista di Scialla che vince anche il premio consegnato dalle scuole.

La cerimonia condotta, come negli ultimi anni, da Tullio Solenghi, ha infine visto premiare Quasi amici di Nakache e Toledano come miglior film europeo (ed era il meno bello, forse, in cinquina) e Una separazione per il film straniero, il migliore in gara dopo quel capolavoro gigantesco di The Tree of Life di Malick. Premi sostanzialmente corretti (solo Scialla e lo script a This Must Be the Place fanno un po’ storcere il naso) in una serata che si è contraddistinta rispetto alle scorse annate per avere abbassato il livello di noia e di imbarazzo: la diretta tv e i palinsesti più rigidi delle tv digitali, hanno costretto la cerimonia a contenersi, a darsi un ritmo più svelto, a limitare le sbrodolate ai premi alla carriera – come quello a Liliana Cavani – o alle celebrazioni di grandi del passato, come Gina Lollobrigida.
Il che non ha impedito al sempre inadeguato Solenghi di esibirsi in battute di pessimo gusto, come quella sul titolo di un immaginario sequel del film di Allen fatto con gli scarti di To Rome with Love (in cui molti attori italiani si sono visti “eliminare” al montaggio), To Rome with Cuts (e notare il fine doppiosenso sulla pronuncia), oppure dire all’attrice cinese che il premio vinto è made in Taiwan. E ovviamente di “spettacolo”, nel senso delle cerimonie di premiazione degli altri paesi, nemmeno a parlarne, ma va riconosciuto il tentativo di fare uno di quei video satirici che si vedono spesso negli USA, con il capo-elettricista di un set che la crisi ha ridotto a scaldare le caldarroste coi suoi fari. Da sagra di paese, l’edizione 2012 è arrivata a essere una quasi formale cerimonia istituzionale. Seppur piccolo, è un passo in avanti.

I PREMI:

MIGLIOR FILM: ‘CESARE DEVE MORIRE’

MIGLIOR REGISTA: PAOLO E VITTORIO TAVIANI PER IL FILM ‘CESARE DEVE MORIRE’

MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE: FRANCESCO BRUNI PER IL FILM ‘SCIALLA!’

MIGLIORE SCENEGGIATURA: PAOLO SORRENTINO E UMBERTO CONTARELLO PER IL FILM ‘THIS MUST BE THE PLACE’

MIGLIOR PRODUTTORE: GRAZIA VOLPI PER KAOS CINEMATOGRAFICA, IN ASSOCIAZIONE CON STEMAL ENTERTAINMENT, LE TALEE, ASSOCIAZIONE CULTURALE LA RIBALTA, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA PER IL FILM ‘CESARE DEVE MORIRE’

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: ZHAO TAO PER IL FILM ‘IO SONO LI’

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: MICHEL PICCOLI PER IL FILM ‘HABEMUS PAPAM’

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: MICHELA CESCON PER IL FILM ‘ROMANZO DI UNA STRAGE’

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: PIERFRANCESCO FAVINO PER IL FILM ‘ROMANZO DI UNA STRAGE’

MIGLIOR DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: LUCA BIGAZZI PER IL FILM ‘THIS MUST BE THE PLACE’

MIGLIOR MUSICISTA: DAVID BYRNE PER IL FILM ‘THIS MUST BE THE PLACE’

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE: ‘IF IT FALLS, IT FALLS’ MUSICA DI DAVID BYRNE, TESTI DI WILL OLDHAM, INTERPRETATA DA MICHAEL BRUNNOCK PER IL FILM ‘THIS MUST BE THE PLACE’

MIGLIOR SCENOGRAFO: PAOLA BIZZARRI PER IL FILM ‘HABEMUS PAPAM’

MIGLIOR COSTUMISTA: LINA NERLI TAVIANI PER IL FILM ‘HABEMUS PAPAM’

MIGLIOR TRUCCATORE: LUISA ABEL PER IL FILM ‘THIS MUST BE THE PLACE’

MIGLIOR ACCONCIATORE: KIM SANTANTONIO PER IL FILM ‘THIS MUST BE THE PLACE’

MIGLIOR MONTATORE: ROBERTO PERPIGNANI PER IL FILM ‘CESARE DEVE MORIRE’

MIGLIOR FONICO DI PRESA DIRETTA: BENITO ALCHIMEDE E BRANDO MOSCA PER IL FILM ‘CESARE DEVE MORIRE’

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI VISIVI: STEFANO MARINONI E PAOLA TRISOGLIO PER IL FILM ‘ROMANZO DI UNA STRAGE’

MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA: ‘QUASI AMICI’ DI OLIVIER NAKACHE E ERIC TOLEDANO (MEDUSA FILM)

MIGLIOR FILM STRANIERO: ‘UNA SEPARAZIONE’ DI ASGHAR FARHADI (SACHER DISTRIBUZIONE)

DAVID GIOVANI: ‘SCIALLA!’ DI FRANCESCO BRUNI

MIGLIOR DOCUMENTARIO DI LUNGOMETRAGGIO: ‘TAHRIR LIBERATION SQUARE’ DI STEFANO SAVONA

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: ‘DELL’AMMAZZARE IL MAIALE’ DI SIMONE MASSI

DAVID SPECIALE 2012: LILIANA CAVANI

EMANUELE RAUCO