Festival di Cannes

Dal 16 al 27 si tiene la 65esima edizione della manifestazione cinematografica francese, con i nuovi film dei maggiori cineasti della scena mondiale, da Haneke a Cronenberg. Moretti presidente di giuria.
Conferenza stampa di presentazione del Festival di Cannes

Il maggior festival cinematografico mondiale si appresta ad aprire i battenti: dal 16 al 27 maggio va in scena la 65esima edizione del Festival di Cannes, con un programma che – come al solito – riunisce i nuovi film dei più importanti cineasti della scena internazionale. Tra i titoli del concorso forse il film più atteso è Cosmopolis di David Cronenberg, capace sulla carta di creare un doppio tipo di aspettativa, cinefila e glamour/commerciale: la possibile nuova grande prova di un autore che negli ultimi tempi ha forse un po’ deluso (A Dangerous Method) e la curiosità di vedere all’opera Robert Pattinson che cerca di sfilarsi l’etichetta di “vampiro per adolescenti in deliquio”. Ma, oltre al nuovo Cronenberg, il concorso che sarà giudicato dalla giuria capitanata da Nanni Moretti (la definitiva consacrazione oltralpe per il regista di Habemus papam) presenta una rosa di titoli decisamente imperdibili: Moonrise Kingdom di Wes Anderson, De rouille et d’os di Jacques Audiard, Amour di Michael Haneke (con protagonista Jean-Louis Trintignant, assente dalle scene dal 2003) e Reality di Matteo Garrone, storia tra sottoproletariato napoletano e Grande Fratello, unico film italiano selezionato nel concorso principale.
Nutrita la selezione dei film francesi che, oltre a Audiard, vede il ritorno di Leos Carax (Holy Motors) e la conferma in concorso dell’ottantanovenne Alain Resnais (Vous n’avez encore rien vu, un titolo molto Nouvelle vague), mentre – dopo la fischiatissima (proprio sulla Croisette) esperienza toscana di Copia conforme nel 2010 – desta curiosità la sortita nipponica di Abbas Kiarostami con Like Someone in Love (che curiosamente fa seguito a un altro excursus in Giappone di un’altra grande firma del cinema iraniano, Amir Naderi con Cut); altri habitué della Croisette sono invece l’inglese Ken Loach con The Angels’ Share e il rumeno Christi Mungiu con Beyond the Hills. Ben due i film sud-coreani (In Another Country e The Taste of Money), unici portabandiera in concorso per l’Estremo Oriente, che nelle altre sezioni è invece ben rappresentato, a partire da due cineasti nipponici come Takashi Miike (Ai To makoto) e Koji Wakamatsu (la firma storica del cinema di sinistra del Sol Levante si misura con le ultime ore di Yukio Mishima in 11.25 Jiketsu no hi, Mishima Yukio to wakamonotachi).
Dopo Garrone in concorso e Nanni Moretti a presiedere la giuria, gli altri nomi italiani da seguire, entrambi fuori concorso, sono Bernardo Bertolucci che porta a Cannes Io e te (a 14 anni da L’assedio) e Dario Argento che torna alla ribalta internazionale con Dracula in 3D (ancora, pare, senza distributore italiano, dopo il disastro di Giallo).
Per un motivo o per l’altro faranno ritorno a Cannes anche alcuni grandi nomi del cinema americano nel recente passato coinvolti come presidenti di giuria: da Sean Penn, che terrà una conferenza su Haiti, a Robert De Niro che presenterà la versione restaurata e con alcune sequenze inedite del capolavoro di Sergio Leone C’era una volta in America. Non mancheranno senz’altro le star che sfileranno sul tappeto rosso, a partire da Nicole Kidman, presente in ben due film: The Paperboy di Lee Daniels e Hemingway e Gellhorn di Philip Kaufman.
D’altro canto, a ricordarci – dopo gli Oscar a The Artist – che la Francia e il cinema francese intrecciano sempre maggiori relazioni con il sistema hollywoodiano, ci sarà Alexandre Desplat. Il compositore transalpino, capace di passare con agilità dalle colonne sonore del cinema d’autore patrio alle sonorità dei blockbuster d’oltreoceano, terrà una lezione sulla musica (e ha lavorato alle musiche di ben tre film in concorso qui al festival: Reality, Moonrise Kingdom e De Rouille et d’os; titoli di differente provenienza che esemplificano perfettamente la sua traversalità).
Ma Cannes è tanto altro ancora, dal maggior mercato mondiale in campo cinematografico a un festival che si può permettere di presentare in una sezione collaterale, la Quinzaine, il nuovo film di Michel Gondry (The We and the I), da un Palazzo del cinema stupendo e immenso come a Venezia non vedremo mai a un luogo d’incontro unico sia per cinefili che per appassionati di mondanità. La conferma è in arrivo, dal 16 al 27 maggio.