Nuovi film per Lunetta Savino

Con due titoli in lavorazione, tra cui Tutto tutto e niente niente, l'attrice incontra la stampa al Bellaria Film Festival.
Intervista a Lunetta Savino

Tra cinema, teatro e tv, Lunetta Savino è un volto molto amato e assai noto al grande pubblico, che non ha mai disdegnato di rimettersi in gioco tramite esperienze diverse. Quest’anno ha accettato di far parte della giuria del Bellaria Film Festival, occasione per lei di avvicinarsi al mondo del cinema documentario. Dopo aver incarnato per qualche anno la famosa Cettina di Un medico in famiglia, è riuscita poi a sdoganarsi dalla serialità televisiva ritagliandosi uno spazio di tutto rispetto nel nostro cinema con partecipazioni a film di Ferzan Ozpetek, Cristina Comencini, Giulio Manfredonia. E dedicandosi anche a un forte impegno civile e sociale sulla questione femminile con il suo appoggio artistico al movimento Se non ora quando?, per il quale ha interpretato a teatro, in coppia con Isabella Ragonese, un testo di Cristina Comencini. “In Italia le quote rosa sono un’offesa”, dice la Savino riguardo alla recente nomina di molti ministri-donna nella nuova Francia di François Hollande, “E’ assurdo dire alle donne che devono partecipare ma con un numero preciso. Come dire, siateci ma non troppo. Però con Se non ora quando? si sta muovendo qualcosa, non si era mai vista in Italia una manifestazione come quella del 13 febbraio 2011”.

L’attrice ha già altri due film in preparazione: Fiabeschi torna a casa, opera prima di Max Mazzotta, che riporta in scena il personaggio già interpretato in Paz! (2002) e ispirato ai fumetti di Andrea Pazienza, e che accanto alla Savino e Mazzotta stesso vede nel cast anche Ninetto Davoli, Paolo Calabresi, Giampaolo Morelli e Deniz Ozdogan. Mentre d’inizio maggio è il primo ciak di Tutto tutto e niente niente di Giulio Manfredonia, che vede ricomporsi il binomio Manfredonia-Antonio Albanese dopo il successo stratosferico di Qualunquemente (2011). Nel ricchissimo cast anche Paolo Villaggio, Fabrizio Bentivoglio, Lorenza Indovina e Luigi Maria Burruano.