Fandango, voce agli autori

Il listino della società di Domenico Procacci, presentato a Ciné, punta sui registi, più che sui film stessi. Dall’Italia Ciprì, Fuksas e Nicchiarelli; e poi Sion Sono, Johnnie To e Marston.
Intervista a Gianluca Pignataro della Fandango

A volte bisogna avere il coraggio di usare le proprie caratteristiche come bandiere e marciare controcorrente: se Lucky Red cerca di guardare a un pubblico più massificato, a Ciné – le giornate estive di cinema di Riccione, Fandango ha messo in campo un listino forse difficile ma di sicuro fedele al proprio credo e al proprio pubblico puntando più sugli autori e su delle precise idee di cinema che su film per un pubblico generalista. Una scommessa forse coraggiosa, in tempi di crisi – e limitandosi solo al box-office – ma che ci sentiamo di sottoscrivere: perché il bel cinema e i grandi registi, anche se non popolari, non devono conoscere crisi. E anche al livello produttivo, la società di Domenico Procacci realizzerà 3 dei film italiani più interessanti.
È stato il figlio, esordio da solista di Daniele Ciprì (della ex premiata ditta Ciprì e Maresco) con Toni Servillo nei panni di un capofamiglia la cui vita è sconvolta da uno strano omicidio; La scoperta dell’alba, il film di Susanna Nicchiarelli ispirato all’omonimo libro di Walter Veltroni, una sorta di giallo fiabesco con tocchi fantasy decisamente insolito nel panorama italiano e Nina, l’esordio alla regia di Elisa Fuksas, figlia dell’architetto più famoso d’Italia, che sembra un film intimo in una Roma deserta e assolata, tra le geometrie dell’Eur.

Non pochi i film provenienti dalla scorsa Mostra del cinema di Venezia: Café de flor, il nuovo film di Jean-Marc Vallée che vede protagonista una sorprendente Vanessa Paradis; Life without Principle, la pellicola di Johnnie To che racconta il crollo delle banche come un thriller; Himizu, il film di Sion Sono che ha vinto il premio per l’attrice emergente raccontando una storia di formazione giovanile dai tratti grotteschi e sorprendenti.
In più le solite scoperte Fandango in giro per il mondo come La faida, dramma familiare dalle tinte fortissime, diretto dal Joshua Marston di Maria Full of Grace, che ha vinto l’Orso per la sceneggiatura alla Berlinale; La montagna, forse il film più debole del lotto, con Sergio Rubini tra gli interpreti in una storia di guerra e amicizia diretta da Vicente Ferraz; e The King Is Dead, vicini pericolosi e violenti nel western suburbano di Rolf De Heer che promette emozioni viscerali come d’abitudine per il regista australiano, tra immagini estreme e velo d’ironia. Nella loro ricerca di un cinema diverso e ardito, quello di Fandango è sembrato uno dei migliori listini presentati qui a Riccione.