Hikikomori

21/04/09 - Ore 7 e 15, la radiosveglia nera in primo piano s`allarma, accanto, tra i pochi...

Torna al cinema Nuovo Colosseo di Roma “Hikikomori”: film indipendente sulla patologia del rifiuto della società . Piccolo, e non proprio perfetto, esperimento di prodotto low budgetm girato e distribuito completamente in digitale.

hikikimori21/04/09 – Ore 7 e 15, la radiosveglia nera in primo piano s`allarma, accanto, tra i pochi libri “Storia di un povero diavolo”. Interrompe il bip la mano di un giovane sui trent’anni che abita in via del Silenzio numero 5. Un nuovo giorno: lavarsi, vestirsi, far colazione, infilarsi in un metrò e fare il commesso in un negozio sotterraneo di elettronica, il tutto nella forte solitudine espressa da primi piani del protagonista (Adamo Rondoni) e dei suoi oggetti e ambienti di routine. Il tema inquietante del fenomeno Hikikomori (patologia particolarmente diffusa in Giappone, che spinge le persone a chiudersi dentro casa evitando ogni tipo di contatto umano), in realtà  solo sfiorato attraverso un evento drammatico ma secondario nel film, si tramuta in spettro e rimorso. Si tratta in sostanza della difficoltà  più che dell`introversione, dell`impaccio più che del rifiuto al rapporto con l`altro, anzi a ben vedere, con l`altra. Il nostro personaggio vive nella desolazione e ancor più nella timidezza: dopo due anni non ha mai rivolto parola alla sua collega commessa e quasi non risponde alle domande dirette degli altri collaboratoti. Però crede nella relazione, si muove verso il rapporto ed anche se lo fa usando telefono ed internet ha interesse o quantomeno spinta, pulsione in conflitto direbbe forse l`esperto, verso il mondo degli umani, le donne ed anche per una donna in particolare.

L`opera è ripresa e proiettata completamente in digitale ed è una produzione indipendente. Gianluca Olmastroni è il regista, autore insieme a Marco Prati, fotografo montatore e co-sceneggiatore: giovani, eppure esperti in varie fasi del procedimento video in questo lavoro, con attraenti salti di montaggio. Hanno, come molti indipendenti, il linguaggio tipico dell’ “arte povera”, e si vede, aggiungerebbero i più maliziosi in questo caso. Probabilmente la pellicola è un cortometraggio che si allunga oltre le punte dei piedi per diventare lungometraggio e ne rimane però dilatata, sgranata. Avrebbe bisogno di essere riempita, inspessita, a meno che non voglia in questi lenti vuoti evocare oltre al titolo un altro nipponismo con plot ed ambiente scarni e dialoghi sfoltiti. La musica non soccorre affatto ed anche i silenzi sono tante note talmente basse da diventare inaudibili. Vero che oggi forma e contenuto si fondono, il problema si pone quando si confondono; lo spettatore regge il film se si munisce di pazienza sociologica ed allora egli merita di sapere che esiste uno sviluppo, e addirittura gli viene regalato un finale.

(CLAUDIO CATALANO)

Titolo originale: Hikikomori
Produzione: Italia 2006
Regia: Gianluca Olmastroni
Cast: Adamo Rondoni, Olivia Fontani, Simone Martino, Tania Pedini, Roberto Pastore
Durata: 80 minuti
Genere: drammatico
Distribuzione: DM Communication