Far East, secondo giorno

27/04/09 - Dopo aver partecipato a una bella e commovente Festa della Liberazione nella piazza...

(Dal nostro inviato Alessndro Aniballi)

27/04/09 – Dopo aver partecipato a una bella e commovente Festa della Liberazione nella piazza principale di Udine, la tarda mattinata del secondo giorno l`abbiamo dedicata a vedere un paio di lavori televisivi della regista Ann Hui, il cui cinema era stato celebrato nel 2007 dall`Asian Film Festival a Roma. Rispetto al percorso cinematografico di uno dei principali nomi della new wave di Hong Kong, questi mediometraggi per la TV degli anni Settanta, appaiono dettati più che altro da esigenze didattiche. Sia “Cid: Murder” (1976) che “Social Worker: Boy” (1976) raccontano delle storie estremamente patetiche sul tema della povertà  e del tragico destino dei bambini delle classi più disagiate. Eppure Ann Hui fa mostra nonostante tutto di un`eleganza di scrittura e di una sicurezza del mezzo, che le permettono di non cadere nel larmoyant e anzi le consentono di mantenere una certa distanza brechtiana dagli avvenimenti, permettendo allo spettatore di cogliere con maggior profondità  il discorso sociale che vi è alla base.

far-east-film-festivalIl nostro 25 Aprile è stato un giorno a prevalenza hongkonghese, con titoli quali “All About Women” di Tsui Hark e “Beast Stalker” di Dante Lam. Il primo film in realtà  è stato prodotto nella Cina continentale, ma è firmato da uno di quei grandi filmmaker che, anche nelle vesti di produttore di John Woo e di altri, ha fatto sì che a Hong Kong, nascesse e proliferasse il grandissimo cinema action degli anni Ottanta. Tsui Hark lo avevamo lasciato alla scorsa edizione del festival di Roma in cui aveva presentato il disastroso “Missing”, e lo ritroviamo ora a misurarsi con la nuova ondata di pop culture che sta invadendo la un tempo austera Cina maoista. “All About Women” è senza dubbio un esperimento interessante, oltre che significativo per quel che dicevamo ieri a proposito dell`incapacità  delle produzioni made in China di proporsi davvero come degne eredi del cinema di genere hongkonghese. Non che in “All About Women” vi sia chissà  quale genio, però vi si può rintracciare comunque un`ottima dose di professionalità , una certa inventiva e un interesse privilegiato verso desideri e passioni femminili, il che non guasta mai (soprattutto in una commedia, come insegna il cinema americano degli ultimissimi anni). Quel che lascia un poco dubbiosi è la parabola drammaturgica non immediata, che pure ci pareva il difetto principale di “Crazy Racer”, l`altra commedia mandarina programmata il giorno di apertura del festival. In “All About Women” sono protagoniste tre donne completamente opposte per attitudine e carattere, i cui destini arriveranno a incrociarsi in modi inevitabilmente forzati. Decisamente confuso ci è parso anche “Beast Stalker”, film assolutamente in linea con quel cinema di John Woo&company di cui parlavamo sopra, i cui ingredienti sono l`action violento e il melò più devastante, l`assoluta mancanza d`ironia e l`eccesso parossistico dell`enfasi. Dante Lam sa rispondere perfettamente a queste esigenze, ma quel che gli fa perdere punti è una costruzione narrativa a volte decisamente contorta (l`incidente automobilistico in cui voler forzatamente far rientrare tutti i protagonisti della pellicola), altre volte sin troppo semplicistica (l`ingenuità  di far individuare il covo del ladro di bambini solo grazie a un neon rosso, presumendo in pratica che sia l`unico in tutta la città ). Alla fine, di “Beast Stalker”, resteranno nella retina mentale solamente le immagini ultraviolente e incredibilmente realistiche dell`incidente automobilistico iniziale.

Ha chiuso la giornata un nuovo film di arti marziali thailandese, “Chocolate”, questo sì degno erede di una pellicola come “Born to Fight”, che ancora adesso viene ricordata in modo leggendario dai partecipanti del Far East del 2005. In realtà  “Chocolate”, rispetto allo stesso “Born to Fight”, per non parlare di “Ong Bak 2”, ha l`apparenza (e crediamo anche la sostanza) di un film low budget, almeno per quel che riguarda le location e la fotografia estremamente cheap. Ma è anche in questo che si regge parte del suo fascino, visto che per conseguenza i combattimenti appaiono molto realistici: it`s all true, pare che voglia dirci il regista Prachya Pinkaew, tanto che decide di accompagnare i titoli di coda con le immagini di incidenti accaduti sul set agli attori e agli stuntmen (mostrando tra l`altro come cadessero davvero da un edificio alto quattro piani!). In tal senso, in questa sua forma oscena da cinema della crudeltà  (paragonabile per certi versi al cinema porno), il cinema d`arti marziali thailandese si propone davvero di raccogliere l`eredità  della perizia artigianale e “pericolosa” del kong-fu honghokonghese.