Sguardi sonori

Il meglio del 2012: un anno di grande musica per film, da Cosmopolis a David Fincher, dai Chemical Brothers a Ludovic Bource.

Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco

sguardi-sonori-interno.jpgL’estate è nel suo bel mezzo, a differenza di quanto dicono i Righeira, e quindi è tempo di bilanci e riflessioni. Nell’ultima rubrica della stagione, quindi, facciamo il punto sul meglio delle colonne sonore di questo 2011/2012 che ha visto un exploit notevole dell’elettronica come primo elemento sonoro per sottolineare la contemporaneità di certe opere cinematografiche. Tendenza per nulla nuova, ma che quest’anno si è legata a opere particolarmente importanti e a compositori di altissimo livello.
Per esempio, un insospettabile Howard Shore che dalla sinfonia tonitruante del Signore degli Anelli approda a un minimalismo ritmico e tecnologico che accompagna genialmente Cosmopolis di Cronenberg, sottolineandone perfettamente le questioni satiriche, comunicative, sottilmente apocalittiche. Nomi invece più affini al genere sono i Chemical Borthers, che nel sottovalutato Hanna di Wright danno eleganza, tensione spettacolare e ritmo a una fiaba spionistica tra le riuscite più inventive della stagione, e Trent Reznor, che con Atticus Ross compone la partitura di Uomini che odiano le donne di Fincher, forse meno travolgente di quella di The Social Network che vinse l’Oscar, ma ugualmente oscura e complessa.

Dal fronte musical, invece arriva il trionfo del rock: quello anni ’80 di Rock of Ages che riporta in auge cotonature e pantaloni aderenti al suono di Bon Jovi, Journey e Poison e quello anni ’90 di I più grandi di tutti, il film di Carlo Virzì che nonostante le sfortune al botteghino è un piccolo cult per gli amanti del genere grazie alle musiche che lo stesso Virzì ha scritto per il fantomatico gruppo Pluto.
Ma a fare macchia nel panorama spuntano le note antiche, pianistiche, ammiccanti e filologiche che hanno consegnato l’Oscar a Ludovic Bource per The Artist, riconoscimento a una musica che oltre al valore intrinseco diventa vero e proprio collante narrativo di un’opera che rinuncia alle parole. E che assume il valore di una sorta di canto d’amore alla musica per film.

Con questo articolo Sguardi sonori vi augura buone vacanze e vi dà appuntamento a settembre.