Liliana Cavani tra le Clarisse

La grande regista italiana ha presentato al Lido un cortometraggio dal titolo Clarisse in cui riflette con un gruppo di suore sul rapporto tra fede, chiesa e diritti delle donne.

Presentato come proiezione speciale fuori concorso della 69esima Mostra del Cinema di Venezia, in apertura di Lullaby to My Father di Amos Gitai, Clarisse riporta Liliana Cavani al Lido dopo molti anni. La regista del Portiere di notte, continua il suo percorso spirituale con un cortometraggio ambientato in un convento delle suore clarisse, riprendendone la vita, ma soprattutto intervistandole su temi importanti come il ruolo della donna all’interno della chiesa e la consapevolezza di genere nei rapporti con le figure ecclesiastiche.

Progetto interessantissimo che si spera possa essere ampliato in un documentario più esaustivo, Clarisse riesce nei 20 minuti della sua durata a coniugare la descrizione della passione e della spiritualità delle suore con le problematiche e i nodi critici della religione e delle sue istituzioni: “Io pensavo a Dio non alla chiesa”, dice una delle protagoniste, e il merito principale di Cavani è quello di aver reso partecipe il pubblico, con pochi tocchi, di una forza che “dalla crosta terrestre porta al centro della terra”.