The well

Il documentario di Paolo Barberi e Riccardo Russo tra i Borana d'Africa e i loro pozzi centenari è il più premiato dell'anno. Un progetto low budget che arriverà a marzo 2013 in sala.
Intervista a uno dei registi, Paolo Barberi

Dalle prime scene di The well – Voci d’acqua dall’Etiopia di Paolo Barberi e Riccardo Russo: sembra di vedere trasposto per immagini documentaristiche alcuni fotogrammi degli splendidi cartoni animati di Michael Ocelot che, attraverso il griot (poeta e cantore della tradizione orale) e i bambini, ci immerge nel meraviglioso mondo ancestrale dell’Africa, ricca di tradizioni e favole millenarie. Ma qui l’anziano del paese, capo chino e sguardo perso verso l’esterno della sua capanna ci accompagna nel viaggio tra le dune del deserto – che sta avanzando -, tra la sua gente costretta a emigrare per permettere la sopravvivenza del bestiame, unico mezzo di sostentamento nelle distese del Oramia, a sud dell’Etiopia. I pastori Borana che restano – cercando di contrastare la crescita degli arbusti e cercando per tutto il giorno cibo per le capre e le mucche – controllano e organizzano una serie di turni per l’accesso ai pozzi centenari scavati nella roccia e gestiti con il lavoro volontario di decine e decine di uomini. Intorno alla sorgente si creano delle catene umane e, con il supporto di piccoli secchi di plastica gialla (che hanno sostituito quelli in pelle), l’acqua viene portata in superficie. Questi uomini possono ricevere dei regali dalla comunità per il loro lavoro ma non deve esistere nessun genere di scambio con denaro intorno all’acqua. In una zona dell’Africa dove i conflitti sono all’ordine del giorno e le stagioni delle piogge sempre più brevi, intorno a questi pozzi, vigono regole non scritte: a nessuno è impedito l’accesso all’acqua e nessuno deve trarre profitto da tale bene comune. I pozzi sono famosi nella zona e sono detti cantanti perché i pastori, attraverso una litania che sembra emergere dalle profondità della terra e si diffonde per tutte le immense vallate, si coordinano, trovano il giusto ritmo. Anche perché è necessario un lavoro veloce ed efficiente visto che all’abberevatoio ogni giorno si recano centinaia di persone della comunità e soprattutto vengono portati migliaia di capi di bestiame.

Ogni volta che una pellicola ci permette l’immersione in terra d’Africa, godiamo di colori dall’intensità straordinaria e lo sguardo può spaziare verso orizzonti infiniti, arricchiti da suoni e rumori di un mondo lontano. Ci predisponiamo a un nuovo ritmo, a una lentezza che segue il ritmo della natura, che fa i conti con la sabbia sollevata dall’incedere degli animali, percorriamo sentieri su mappe mai scritte, dove non ci si chiede il perché delle cose ma tutto è deciso e stabilito dalla legge della natura. E poi l’incontro con sguardi dall’umanità quasi epica, corpi fragili, simboli di una vita vissuta tra poche gioie e grandi sacrifici. Il viaggio in terra africana di Mario Michelini – autore del soggetto, geografo e coordinatore dei rapporti con le ONG che lavorano sul territorio etiope -, Paolo Barberi (antropologo, docente universitario e filmaker) e Riccardo Russo (geografo e filmaker) arriva con tutta la sua autenticità allo spettatore perché è un lavoro nato prima di tutto dall’osservazione e dall’ascolto. The Well è stato all’inizio autoprodotto dagli autori e dall’Associazione Esplorare le Metropoli e poi supportato dall’associazione Suttvuess e dall’Ong Lvia.

Oggi il documentario low-budget The well è il più premiato dell’anno – ultimo, solo in ordine temporale, il premio dato all’interno del Torino film festival off dal sito cinemaitaliano.info. E dopo tanti premi, la partecipazione a oltre 80 festival in tutto il mondo, finalmente la proiezione in sala a marzo per la Giornata mondiale dell’acqua. Acqua, bene che ancora oggi in Italia non è considerato un diritto fondamentale dell’essere umano come invece è tra i Borana d’Africa.

Per maggiori informazioni, per vedere il film e sostenere il progetto ad esso legato: http://www.thewell.it/online/