(Rubrica a cura di Alessandro Aniballi)
09/07/09 – Poco più di un anno fa moriva Dino Risi, il maestro della commedia all`italiana. Tra i suoi film, uno che non viene ricordato spesso è quel Sono fotogenico con Renato Pozzetto e Edwige Fenech che, girato nel 1980, si situa nel periodo di decadenza della commedia classica, di lì a poco sostituita da una comicità più spiccia, maggiormente edonistica e meno problematica, un genere che sopravvive ancora oggi (si vedano i vari Ex e Italians che, pur ammantati di sociologismo, alla deformazione dei nostri vizi preferiscono l`edulcorazione). Anche per le comparsate di Gassman e Tognazzi, i due alfieri della vecchia commedia, e naturalmente per la presenza dello stesso Pozzetto, uno dei massimi rappresentanti del comico anni `80, Sono fotogenico è una sorta di crocevia tra il prima e il dopo, con in mezzo una descrizione feroce del mondo del cinema. Il film infatti racconta la patetica storia di un ragazzo di provincia (Pozzetto, per l`appunto) che, cresciuto nel mito della Hollywood dei Settanta (Pacino, De Niro, il Marlon Brando di Apocalypse Now, Stallone, ecc.), vuole fare l`attore e dunque parte per Roma pieno di speranze. Basti dire che il Nostro non riuscirà nell`impresa e che, prima di tornare sconfitto al paesello natio sul Lago Maggiore, la sua carriera scenderà tanto in basso da ritrovarsi a fare l`aiuto stuntman travestito da donna!
In seguito a un incidente occorsogli in quest`ultima sua occupazione, ormai zoppo, Pozzetto fa ritorno a casa, si mette insieme alla paesanotta (con tanto di baffi) da sempre innamorata di lui e dice addio a Edwige Fenech, anche lei attrice dalle vane speranze e perennemente innamorata di qualcun altro. La Fenech gli ha persino lasciato in affidamento due gemelli avuti da un uomo spregevole. E dunque, nel finale, Pozzetto, claudicante, è in compagnia della sua ragazza sul lungolago; con loro, i due piccoli gemellini. Lui fa il verso allo Stallone di “Rocky”, pretendendo che lei indovini se stia imitando il primo o il secondo episodio della serie, quando la sirena di una nave attira la sua attenzione. Ai suoi occhi di loser, il traghetto simboleggia immediatamente il viaggio, l`avventura e il desiderio ormai dissolto di una vita migliore. L`abisso prende possesso del suo volto. à l`excipit di un film crudelissimo, un`amara e attuale lezione sulla società dello spettacolo, oggi definitivamente dominante. Nel frammento che segue vediamo Pozzetto alle prese con un fotografo; un brano in cui si gioca sul concetto di faccia keatoniana dell`attore lombardo e in tal senso si anticipa l`horror vacui del finale.
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