Fast & Furious 6

Diretto da Justin Lin col solito team di attori (Vin Diesel, The Rock, Michelle Rodriguez), Fast & Furious 6 spinge al massimo il limite e assicura il divertimento ai fan.

E’ un sottogenere che, nutrito per anni, ormai ha assunto quasi un valore di culto tra gli amanti dei film d’azione. Il cinema tamarro – ci si perdoni il termine non proprio corretto ma è l’unico possibile – è il cinema che non solo spinge l’azione al suo eccesso ma rappresenta immaginari, stili di vita e personaggi che fanno riferimento a sub-culture popolari e sotto-proletarie becere come il culto dei motori, delle donne volgari e rifatte, della musica ad altissimo tasso elettronico e hip-hop. Del genere, il portabandiera è Vin Diesel. E Fast & Furious 6, diretto da Justin Lin, si appresta a esserne il Ben Hur.
Dopo la rapina di Rio, Dom e Brian hanno lasciato la squadra con 100 milioni di dollari, i nostri eroi si sono poi dileguati in tutto il mondo. Ma tra l’incapacità di tornare a casa e il vivere perennemente in fuga la loro vita è incompleta. Nel frattempo, Hobbs è seguito da un’organizzazione di esperti piloti mercenari attraverso 12 paesi, la cui mente è aiutata da una spietata comandante in seconda che si rivelerà essere Letty, l’amore di Dom che tutti credevano morta. L’unico modo per fermare questi criminali è quello di correre più veloce di loro, in modo che Hobbs abbia il tempo di chiedere a Dom di assemblare la sua squadra d’élite a Londra. La ricompensa? Il perdono assoluto per tutti loro in modo che possano tornare a casa dalle loro famiglie. Scritto da Chris MorganFast & Furious 6 è un film d’azione automobilistica e non solo che sempre più abbandona l’etica delle corse  per mescolare il film di rapina con la struttura à la 007 (esplicitamente citato nei dialoghi, nell’uso delle location, nel piano del cattivo) usando il testosterone come amalgama.

Sempre meno film a se stante e sempre più episodio di una serie, il film di Lin si presenta in modo evidente come puntata, dai titoli di testa che riassumono le puntate precedenti e introducono i personaggi ai continui scherzi interni, dall’incipit che riparte dalla fine del precedente agli avanti e indietro temporali, fino al sotto-finale con cliffhanger che annuncia la prossima puntata. Gli autori però sono bravi a trasformare questo limite in un fattore di fedeltà dello spettatore, calcando la mano sempre più sull’ironia e l’auto-ironia e spingendo l’azione a vette grottesche che sfiorano il surreale. Certo, i buchi di sceneggiatura non si contano così come le prevedibili scemenze, per non dire che la suspense tra una sequenza d”azione e l’altra è mediocre.
Ma Fast & Furious 6 funziona esattamente come un circo, in cui l’unica attesa del pubblico è del prossimo numero, delle prossime spericolate acrobazie, del prossimo corpo a corpo o scontro frontale in auto. E qui Lin cerca davvero i limiti per poi provare a superarli (una corsa forsennata tra auto, carri armati e super-aeroplano in decollo); e ci riesce anche in virtù della propensione all’onestà, a “sporcarsi” le mani”, allo stunt umano e motoristico che lascia esterrefatti, limitando gli effetti digitali all’indispensabile. E anche il ruolo degli attori maschi è circoscritto, mentre le attrici combattenti invece impazzano: i due scontri corpo a corpo tra Michelle Rodriguez e Gina Carano si venano di erotica violenza. E il pubblico, ne siamo sicuri, gradirà senz’altro questo “numero” e l’intero circo.

EMANUELE RAUCO