Le donne del 6° piano

09/06/11 - L'utopia borghese di Philippe Le Guay in una commedia ambientata nella Parigi degli anni '60. Come spiega ai nostri microfoni.

Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA al regista del film:

  • Philippe Le Guay
  • Si dice che l’Europa sia ancora segnata dal senso di colpa: dopo essersi auto-addossata per diversi secoli il fardello dell’uomo bianco, ha passato quasi tutto il ‘900 a disfarsene e a piangere lacrime di coccodrillo per il giogo posto sui popoli del cosiddetto Sud del mondo. Mutatis mutandi, lo stesso senso di colpa e la stessa sindrome di fascinazione verso il “buon selvaggio” sembrano pervadere anche un film apparentemente simpatico e innocuo come la commedia francese Le donne del 6° piano di Philippe Le Guay, storia di un ricco borghese parigino che all’improvviso abbandona la propria vita grigia e monotona di agente di Borsa per andarsi a trasferire con un gruppo di energiche e vivaci domestiche spagnole. Il film naturalmente non è ambientato al giorno d’oggi ma negli anni ’60, quando ancora i movimenti migratori interni al continente costituivano un fenomeno di tutto rilievo, e nelle intenzioni del regista vorrebbe presentarsi come un omaggio tanto ai valori dello scambio culturale e del dialogo quanto ai suoi ricordi di bambino. In realtà il film si traduce presto in un quadretto stile impero del padrone folgorato dalla semplicità calda e genuina delle serve sempliciotte, nonché dal bel sorriso della sua graziosa cameriera che lo guida come un’angelica Beatrice nel paradiso del sesto piano, tra paella e flamenco, mancanza di acqua corrente e bagni turchi intasati. L’incontro tra classi e culture diverse procede per note di colore, il conflitto è azzerato, lo stereotipo regna incontrastato.

    C’è di buono che Le Guay, pur inducendo in interminabili riflessioni didascaliche, dirige il film con dosata compostezza e non cede mai alle tentazioni del grottesco, ma nemmeno alle gloriosa tradizione di Molière o della commedia dell’arte, dove la dinamica servo-padrone è sempre stata al centro di un irriverente gioco delle parti volto a scardinare a suon di risate ogni schema sociale precostituito. Le donne del 6° piano, che uscirà sui nostri schermi il prossimo 10 giugno, non punta invece a sovvertire alcuna regola e alcun sistema, ma solo a descrivere con trasporto apparentemente sincero l’imprevista (quanto banale) presa di coscienza di un uomo di mezza età vissuto sempre in una prigione dorata e quindi pronto a gettarsi a capofitto nel turbine di abbracci e canzoni profuse a volontà dalle allegre immigrate spagnole. Peccato che il tutto si riduca a una visione folkloristica e superficiale del proletariato, a cui fornisce un po’ di spessore giusto l’ottima interpretazione del protagonista Fabrice Luchini, tra l’altro reduce da un’altra commedia molto al femminile come Potiche – La bella statuina.

    LAURA CROCE

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