Libera uscita

10/06/11 - Dai fratelli Farrelly una commedia divertente e ben riuscita, ma lontana dallo spirito caustico e irriverente proprio del loro cinema.

Una Libera Uscita, ovvero una licenza di sette giorni dai vincoli matrimoniali per tornare all’agognata vita da single. E’ questa la proposta che i due vecchi amici quarantenni Fred e Rick, ricevono dalle rispettive mogli, stufe di comportamenti guasconi e distrazioni dietro i sederi delle altre donne. Il sogno di ogni marito intrappolato nella routine, insomma, che per i due si trasforma in una rocambolesca settimana di guai e situazioni imbarazzanti, ben diversa dalle aspettative e dai ricordi di quei vent’anni trascorsi ormai da un pezzo. Sfruttando un prestesto vecchio quanto la commedia ma sempre efficace, riportato recentemente in auge con successo da Todd Phillips con le sue due Notti da Leoni, Peter e Bobby Farrelly ritornano, con la forma ancora agile ma un po’ imbolsita degli ex campioni sportivi diventati allenatori, affidandosi con mano sicura ai meccanismi consolidati del loro cinema e all’irresistibile verve dei due interpreti Owen Wilson e Jason Sudeikis.

Il risultato, Libera Uscita, è un film spassosissimo ed esilarante che declina i canoni della screwball comedy al servizio del consueto repertorio umoristico più estremo – a base di sesso, scurrilità e gag scatologiche – all’interno di una confezione come sempre distintiva e raffinata. Lo stile è infatti quello solito, al quale i registi di Tutti pazzi per Mary ci hanno abituato: sceneggiatura completa e acuta, capace di definire con sensibilità il carattere dei protagonisti, cogliendone la sottesa malinconia e rassegnazione del quarantenne frustrato nelle sue aspirazioni da viveur; narrazione impeccabile nel tenere vivo il ritmo con una sarabanda di sequenze memorabili; regia spumeggiante e ricca di trovate e intuizioni. E se a ciò si aggiungono l’ottima prova degli attori, la solita attenzione verso i personaggi di contorno (affidati ad eccellenti caratteristi, su tutti il fido Richard Jenkins nel ruolo del navigato seduttore Coakley, che insegna a Fred e Rick le regole dell’abbordaggio, in uno dei momenti più riusciti del film) e l’azzeccatissima colonna sonora, il film sembrerebbe avere tutte le carte in regola per raggiungere la perfezione dell’intrattenimento. Peccato che ad inficiare il tutto ci si metta la svolta perbenista finale, che convoglia quanto visto in precedenza entro lo schema più rassicurante del monito, in un apologo moralista, ipocrita e perfino stucchevole, senza alcuna traccia di quello spirito causticamente dissacrante e politicamente scorretto che aveva reso i fratelli del Rhode Island indiscussi Maestri della miglior commedia irriverente. Da non perdere le sequenze bonus dopo i titoli di coda.

CATERINA GANGEMI

Vai alla SCHEDA FILM