Zanussi: tempo di morire

05/07/02 - "Tempo di morire. Ricordi, riflessioni, aneddoti" (Time to Die, Spirali, 2009), è il libro di e su Krzysztof Zanussi...

Tempo di morire: ricordi, riflessioni e anedotti di Krzysztof Zanussi

05/07/02 – Tempo di morire. Ricordi, riflessioni, aneddoti (Time to Die, Spirali, 2009), è il libro di e su Krzysztof Zanussi, in cui il noto regista polacco di origini italiane per la prima volta affida alla parola scritta le sue memorie. Una specie di diario d’artista che radiografa un’intera epoca. Il titolo di questo libro si ispira a una battuta dell’autore polacco Jerzy Lesczynski, noto interprete di re e comandanti, che un giorno viene avvicinato da un giovane che gli dice: “Sono un suo collega, un attore” e l’anziano Lesczynski risponde: “Lei è un collega, un attore. Allora, è tempo di morire”.

zanussi tempo di morireZanussi è trisnipote di un ingegnere asburgico che si trasferisce dal Friuli alla Polonia per sovrintendere alla costruzione di ferrovie, inizia gli studi di fisica all’Università di Varsavia, ma nel 1959 si iscrive a filosofia a Cracovia. Comincia a occuparsi di cinema nei cineclub universitari e realizza undici cortometraggi, dieci dei quali ricevono premi significativi. Uno di questi, Tramwaj do nieba (Tram verso il cielo), viene notato da Andrzej Munk, che spinge Zanussi a iscriversi alla Scuola Superiore di Cinematografia di Łódź. Si diploma in questa scuola nel 1966, e vi rimane successivamente come docente. Il suo saggio cinematografico di diploma, Morte di un provinciale, viene premiato al Festival di Venezia, del quale sarà membro di giuria nel 1981. Per la sua attività di regista, Zanussi riceve numerosi premi durante la sua carriera, tra cui il David di Donatello, la croce di Cavaliere dell’Ordine polacco e l’onorificenza di Cavaliere delle scienze e delle lettere. Tra la sua produzione letteraria, oltre a questa autobiografia, spiccano: On Editing an Amateur Film del 1968 e Discorse on an Amateur Film del 1978. Dopo la pellicola Persona non grata del 2005, il regista dirige gli italiani Valeria Golino, Lorenzo Balducci e Remo Girone ne Il sole nero del 2007.

Della storia di questo cineasta fanno parte anche zone d’ombra che lo rendono personaggio ambiguo dal punto di vista politico: secondo i dati raccolti dall’Instytut Pamięci Narodowej, organismo creato nel 1998 in Polonia con lo scopo di raccogliere documentazione riguardante i crimini perpetrati dal regime nazista e da quello comunista, risulta che Zanussi, dal 1962 al 1964 è stato registrato senza la sua consapevolezza come collaboratore del servizio segreto comunista SB, con nome in codice “Aktor”. Nel corso del 1962 risulta utilizzato come contatto informale durante il Festival Mondiale della Gioventù a Helsinki. Zanussi parla apertamente dei suoi interrogatori smentendo tali collaborazioni, anche se a tratti la sua autobiografia prende le sembianze di un testo anticomunista. Come cineasta, a differenza dei colleghi, sembra rifiutare il cinismo della satira per porre maggiore risalto alla drammatizzazione pura di personaggi e vicende. Un tema ricorrente nei suoi film è la concatenazione possibilità-destino-causa, come dimostrano la pellicola Contants (1980) e il film per la televisione L’ipotesi (1972). La sua carriera è segnata da pellicole che hanno fatto la storia del cinema, da Vita di famiglia del 1971 a Un paese lontano del 1981, film dedicato alla figura di Giovanni Paolo II, fino a Vita per vita del 1990, pellicola contro il potere ateo. Da giovane, però, alla scuola di cinema, i suoi film non avevano successo tra i professori: pellicole a soggetto con la cinepresa a mano erano impensabili per gli insegnanti conservatori del tempo, così il rettore Jerzy Toeplitz gli fece ripetere addirittura l’anno, ma questa vicenda contribuì ad accrescere la determinazione del regista.

Nel libro emerge, da parte di Zanussi, una critica al socialismo del suo Paese, che lo porta decisamente a cercare altre strade verso Occidente, aprendo al mondo il suo sguardo che gli vale l’acquisizione di fama internazionale. Anche se il regista riconosce che il socialismo garantisce sicurezza in ambito lavorativo, Zanussi sente il bisogno di andare alla ricerca della terra promessa, a questo scopo studia le lingue straniere, mentre i suoi coetanei giocano a calcio. La sua storia è fatta di successi ma anche di sconfitte, bocciature, che l’autore vive “come una disfatta vitale”. Una carriera fatta di soddisfazioni ma anche di rimpianti, come i film di altri registi che lui avrebbe voluto realizzare, tra questi Il cineamatore di Krzysztof Kiestowski e La terra della grande promessa di Andrzej Wajda. Il volume ricostruisce, prendendo le mosse proprio dall’anedotto da cui nasce il titolo, per libere associazioni, la vita e l’opera del cineasta dalla carriera strabiliante. Arricchito da una bella galleria fotografica, si rivela strumento utile a chi per studio o lavoro ha il desiderio di avere un panorama globale del personaggio Zanussi e della sua opera, integrando la lettura con la visione dei film citati nel libro.

SONIA CINCINELLI