Sguardi sonori

16/01/08 - Per aprire questa nuova rubrica di Radiocinema, che darà voce e parole all'incarnazione principale...

Nick Cave & Warren Ellis – The assassination of Jesse James by the coward Robert Ford

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

sguardi-sonori-interno.jpg16/01/08 – Per aprire questa nuova rubrica di Radiocinema, che darà voce e parole all`incarnazione principale della radio – cioè, la musica da film – si è deciso di partire con uno score evento: quello del film di Andrew Dominik, interpretato da Brad Pitt e Casey Affleck e musicato dal grande cantautore australiano Nick Cave assieme al violinista Warren Ellis. La partitura composta dai due (e cantata da Cave in estratti di film) è una rilettura crepuscolare, moderna, e quasi onirica della classica musica tradizionale americana, in cui attraverso 15 brani si accompagnano gli stati d`animo via sempre più cupi e disperati, ma mai enfatici dei protagonisti, alternando veri e propri pezzi di tradizione – virati al dark di matrice caviana – a più orchestrali tappeti armonici, tonali e neo classici, che danno un`apparenza vellutata alla struggente vena melodica del duo. Come a seguire la monocromia ideale del film (discusso, ma anche amato, nonostante la sua difficoltà ), Cave e Ellis (quest`ultimo autore di una prova straordinaria) compongono brevi quadretti, fatti di poche note e accordi, messi meravigliosamente insieme con una tonalità decadente e malinconica, in cui si rispecchia perfettamente la visione intimista e introspettiva, quasi visionaria del regista, che preferisce i sentimenti ai paesaggi, le tensioni psicologiche a quelle narrative: così come la musica, che messi da parte i ritmi terminati (le cavalcate), i fischi morriconiani, o le più semplici e ruffiane influenze country, si concentro sul tappeto sonoro, sull`armonia d`atmosfera, su un uso quasi orchestrale dei bassi per avvolgere e velare di maggiore mistero le poche note, sempre in minore, sempre dolenti, ma sempre emozionanti. Pezzi come Song for Jesse, piccolo e sognante acquerello dipinto da xilofono e pianoforte, Cowgirl che reinterpreta la classicità del west in chiave quasi contemporanea, o What happened next che – pur nella sua originalità timbrica – riporta a un concetto più classico di soundtrack, fino a vere gemme come Counting the stars, bozzetto pianistico degno di Debussy, sono la dimostrazione della verve creativa ed emotiva di un artista perfettamente in grado di padroneggiare forme musicali meno comuni, dove ai suoni di un`epoca lontana si scorge l`eco del (post)rock contemporaneo. Come a dire che il west, non è mai finito.

(Nella foto in basso la copertina della colonna sonora originale)

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