Popoli: work in progress in Israele

Alessandro Baltera e Giorgio Gristina al Festival dei Popoli ci raccontano il progetto del nuovo film che desiderano girare nell'Israele dei rave nel deserto. Con protagonista una giovane soldatessa in servizio di leva obbligatorio.
Intervista ad Alessandro Bartera e Giorgio Gristina a cura di Giovanna Barreca

Alessandro Baltera lo avevamo intervistato al Torino Film Festival in occasione della presentazione di White men (2011), girato in Africa. Il direttore dei suoni Giorgio Gristina lo incontriamo per la prima volta a Firenze. Ed entrambi, con entusiasmo, ci raccontano del work in progress sul nuovo documentario dal titolo provvisorio The loudest place on earth, presentato in Panorama in cantiere al Festival dei Popoli.
Un progetto politico e musicale al tempo stesso perchè ambientato in Israele tra i ragazzi diciottenni in servizio di leva di stanza soprattutto nelle caserme locate nel sederto del Negev dove sono frequenti i rave. In tale dimensione trovano una loro via di fuga o anche tali riti a base di musica elettronica sono inquadrati nel sistema di controllo israeliano? Alessandro Baltera ha già oltre 50 ore di girato ma l’idea è quella di trovare i fondi per poter tornare a Tel Aviv e girare seguendo una ragazza nei suoi due anni di servizio allo Stato, obbligatori. Il desiderio dell’autore è “installare uno sguardo in un romanzo di formazione psichedelico, sui modi temporanei in cui una ragazza ha risolto temi come il piacere, la disperazione, la conquista di uno spazio e la sospensione del tempo”. E poi tutto sarà lasciato a quello di nuovo e imprevedibile accadrà. Il regista precisa, durante la nostra intervista: “Il desiderio è partire da una ragazza di 17 anni perchè da lì può emergere il modo in cui si forma una società che per noi è indecifrabile e spesso incomprensibile”.

GIOVANNA BARRECA