#Venezia 78 – Segre:”Cosa succederà a Venezia?”

Andrea Segre presenta alle Giornate degli Autori Welcome Venice, terzo capitolo della sua trilogia su Venezia concentrandosi sul tema della casa e del turismo in Laguna. Inoltre suo il diario sull'edizione dell'anno scorso della Mostra, svoltasi in pandemia. La nostra intervista, in esclusiva, al regista.
Intervista ad Andrea Segre a cura di Giovanna Barreca


“Non è rimasto nessuno dei nostri qui” afferma uno dei protagonisti di Welcome Venice di Andrea Segre, presentato in anteprima alle Giornate degli autori alla Mostra internazionale del cinema di Venezia e nelle sale dal 9 settembre per Lucky red. Con “nostri” Alvise (Andrea Pennacchi) intende gli abitanti della Giudecca che hanno deciso di vendere ad un ottimo prezzo le loro case per vederle trasformate in case vacanza, spopolando di fatto la città com’è stato evidente anche in piena pandemia quando la città sembrava quasi un luogo fantasma. E sulla tensione tra Alvise che nonostante sia dispiaciuto da questa situazione, prova ad approfittare del business per regalare benessere a tutta la sua famiglia, il fratello Pietro (Paolo Pierobon) non vuole lasciare la loro casa di famiglia e vuole continuare a pescare le moeche, granchi della laguna.

Dopo aver lavorato sul tema del lavoro in Laguna con il documentario Il pianeta in mare, sull’acqua con Molecole, con Welcome Venice Andrea Segre si concentra sul tema dell’abitare Venezia che è un problema sociale che riguarda e interroga tutto il paese. Per farlo sceglie di scrivere con Marco Pettenello un film intimo che sviluppa il tema attraverso la forte tensione che si crea tra i due fratelli, nati e cresciuti alla Giudecca.

Durante la nostra intervista è stato molto interessante scoprire, dalle parole dello stesso regista, in quale Venezia ha girato l’autore che solo in un momento come questo ha potuto godere anche di location uniche.

Inoltre Segre ci ha parlato anche del suo diario La Biennale di Venezia: il cinema al tempo del Covidprodotto dalla Biennale di Venezia con Rai Cinema e Istituto Luce Cinecittà che ha aperto le proiezioni della Mostra internazionale del cinema di quest’anno. Un diario che è stato capace di cogliere le atmosfere e le voci di tutti coloro che hanno lavorato alla Mostra dell’anno scorso, in una situazione sanitaria ancora molto complessa. “Un diario filmato per sedimentare una memoria che non sappiamo ancora cosa sarà” ha affermato Segre durante la presentazione in sala Darsena perché “quando si lavora sul cinema documentario ci si sofferma sul presente senza sapere così poi diventerà in futuro quel presente”.

giovanna barreca