1° Ostia Film Fest

08/06/09 - E` difficile fare un festival di cinema in una grande città , in una capitale, specie come...

Il cinema sbarca sul Litorale

(Dal nostro inviato Emanuele Rauco)

ostiafilmfest-part-200908/06/09 – E` difficile fare un festival di cinema in una grande città , in una capitale, specie come Roma dove il cinema c`è praticamente a ogni angolo di strad. Ancora più difficile se si prova a fare un festival senza sponsor importanti e senza finanziamenti autorevoli, pubblici o privati che siano. Ci hanno provato Francesco Cinquemani e Luca Lianza, rispettivamente come direttore artistico e organizzativo, nel tentativo di portare la cultura cinematografico in un luogo, il litorale romano e il Lido di Ostia, spesso restio a manifestazioni di questo genere. Innanzitutto onore al coraggio delle scelte: le sale 4 e 5 del Cineland, il multiplex di Ostia, hanno accolto dal 3 al 7 giugno la prima edizione di questo festival completamente gratuito, che ha proposto al pubblico una rassegna di pellicole ardite, sconosciute, mai allineate ai gusti conformi della massa. Fin dall`apertura, l`anteprima di “Visions”, thriller di Luigi Cecinelli, giallo argentiano ma prodotto e interpretato all`estero, fino alla presentazione di due perle della distribuzione indipendente, come “Garage”, vincitore del Torino Film Fest, e “Look Both Ways” (Amori e disastri), uno dei film australiani più premiati di sempre, per giungere poi all`anteprima mondiale di una pellicola perduta e considerata produttivamente spacciata come “Mathilde”, del 2004 e con Jeremy Irons, sulla guerra serbo-croata.

Inoltre una corposa rassegna di film e cortometraggi italiani, spesso opere prime o mal distribuite, come “La canarina assassinata” o “Chi nasce tondo”, che hanno raccolto un certo consenso e interesse tra il pubblico. Un’audience molto partecipe che, nonostante la limitata promozione dovuta sostanzialmente a motivi economici, ha allietato le proiezioni degli eventi più importanti, come l`apertura e la chiusura della rassegna, contrassegnata dal film concerto dei “Jonas Brothers in 3D”, e soprattutto delle premiazioni, dove registi, attori e produttori (tra cui Daniele Vicari, Mario Monicelli, Raoul Bova, Valeria Solarino, Antonio Catania e il maestro Umberto Lenzi) hanno incontrato il pubblico e dialogato con loro, cosa ripetuta anche con i talenti non premiati, tra cui Alessandro Valori e Alessandro Haber.

Una parentesi ci piace spenderla però per le due sezioni collaterali dedicati agli amanti delle nicchie più impervie. La prima era intitolata Derive, e ha proposto una serie di documentari politici, umani, esistenziali – tra cui “Shut Up and Sing”, della grande documentarista Barbara Kopple, e “Stretti al vento”, sui velisti solitari. Nella seconda, Ultravisioni, sono invece stati ospitati web-movies, serie tv e sperimentazioni in computer grafica tra cui è spiccato Generation Kill, primo episodio di una miniserie bellica (scritta dai creatori di The Wire) che andrà  in onda sul digitale terrestre. Ulteriore dimostrazione di un coraggio e di una passione che può affrontare ogni difficoltà  e arrivare a un pubblico che puòl cominciare a ritrovare il senso del gusto filmico.