Alois Nebel

05/09/11 - Cartone animato diretto da Tomas Lunak che, fuori concorso, racconta metaforicamente la nascita della Repubblica Ceca.

Dal nostro inviato EMANUELE RAUCO

Se il festival di Cannes spesso ha portato film d’animazione di grande impatto popolare, come Shrek 2, la 68/a Mostra del Cinema di Venezia risponde invece con un’opera autoriale e misteriosa: Alois nebel, diretta dal disegnatore e animatore ceco Tomas Lunak che si cimenta per la prima volta col lungometraggio adottando tecniche e atmosfere del tutto peculiari. Il film racconta di una desolata stazione dell’ex Cecoslovacchia sul finire degli anni ’80, col muro ancora in piedi (per poco): qui Alois, vive solitario e in preda alle allucinazioni. In stazione arriva un giorno un uomo muto, con una foto in mano, giunto in quel luogo sperduto per un motivo ben preciso. La storia della Cecoslovacchia, il dramma della Seconda guerra mondiale e una storia di dolente vendetta si mischiano nella complicata sceneggiatura di Jaromir Svedik e Jaroslav Rudis per raccontare metaforicamente la nascita della Repubblica Ceca.

Utilizzando la tecnica del rotoscopio, che ricalca col disegno immagini dal vero, il film racconta un nodo centrale della storia – spesso nascosta – della nazione ceca, ossia l’uccisione di circa 30.000 tedeschi durante la seconda guerra mondiale e l’espulsione di 2.000.000 di connazionali: Lunak ne mette in scena le conseguenze che hanno cavalcato la storia e lasciato nella terra dei Sudeti un alone di violenza e mistero ancora poco conosciuto. E lo fa con un ritmo cupo e notturno, utilizzando l’estrema stilizzazione del bianco e nero per entrare nel cuore tetro dei paesaggi, più che dei personaggi, luoghi più che delle azioni, come a svelarne la mistica funebre. La resa narrativa è criptica, soprattutto nella disinvoltura con cui vengono gestiti flashback e piani temporali, ma Lunak riesce a rendere la paura, la follia strisciante e l’immobilità di un microcosmo allucinato, con una ricchezza di dettagli che forse gli attori e le riprese dal vivo non sarebbero riusciti a trasmettere.