Alvin Superstar 3

19/12/11 - Alvin, Simon e Theodore tornano insieme alle loro amiche Chipette in un'avventura ai confini dell'Oceano. Con tanta musica pop in versione chipmunk.

Protagonisti di album di enorme successo, di una serie di cartoni animati idolatrata fin dagli anni ’80 e di un altrettanto fortunato franchise cinematografico, sembra proprio che i tre chipmunk Alvin, Simon e Theodore non vogliano proprio smetterla di gorgheggiare con le loro vocine un po’ stridule, buffe e divertenti, che si sono guadagnate la simpatia di svariate generazioni. Al trio di piccoli roditori, e alle loro controparti femminili, le Chipette, è infatti dedicato il terzo capitolo di Alvin Superstar, intitolato Si salvi chi può! e ambientato, per variare un po’ lo scenario pop e rockettaro che di solito accompagna la serie, tra oceani sconfinati e misteriose isole tropicali. Come al solito, a dar vita all’avventura è l’incorreggibile Alvin, ribelle e vanitoso, che un po’ per spirito di contraddizione e un po’ per l’incurabile dimestichezza nel combinare guai, finisce di nuovo per disubbidire al tutore della famigliola di chipmunk, l’umano Dave, cacciando tutti nelle situazioni più assurde. Stavolta i tre roditori canterini sono destinati a ritrovarsi naufraghi su un’isoletta sperduta nel nulla, abitata solo da un’altra pazza superstite che si comporta come Robinson Crusoe (o meglio, come la sua rivisitazione cinematografica nel film Cast Away) e da ragni che con le loro punture velenose provocano seri cambiamenti di personalità. E se a caderne vittima è l’occhialuto, serio e coscienzioso Simon, l’avventura può solo prendere una piega ancora più interessante, con tutti i personaggi costretti a scambiarsi caratteri, ruoli, pregi e difetti.

Come spesso accade nelle saghe di comprovato successo, è facile che alcuni sequel vengano realizzati ad uso quasi esclusivamente commerciale, con poco spreco di energie creative e pochissimi rischi in fatto di originalità e sperimentazione. Alvin Superstar 3 – Si salvi chi può! non è certo immune da questi difetti, ma bene o male riesce a garantire quasi tutte le qualità di un film hollywoodiano per il vasto pubblico: ilarità, buon ritmo narrativo, un design accattivante degli scoiattolini (realizzati sempre in computer grafica e in 3D), così come una sonora dose di musica pop… anche se in questo caso inevitabilmente rivisitata in versione chipmunk. Inutile però negare la netta prevalenza delle caratteristiche pensate e rivolte a un target prevalentemente infantile, prima di tutto l’estrema semplicità di una trama e di un’ambientazione non certo originalissima, ma dall’effetto garantito. Così come è ridondante la morale, ribadita in tutte le salse dall’inizio alla fine del film in modo anche più che didattico. Magari i bambini apprezzeranno, mentre per gli adulti sembra molto più probabile una pacifica tolleranza.

LAURA CROCE

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