Amore nero

14/11/11 - Raoul Bova esordisce alla regia con un progetto d'impegno sociale: un corto con Michelle Hunziker che denuncia la violenza sulle donne.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ai protagonisti del film:

  • il regista Raoul Bova
  • Michelle Hunziker
  • Un giorno a Massimo Ciampa – segretario generale Mediafriends Onlus – viene in mente di coinvolgere Raoul Bova in un progetto benefico – a sfondo sociale, ca va sans dire – che si muova sul campo del cinema e che abbia come riferimento il pubblico femminile. Bova accetta, ma, oltre al problema di come scrivere e dirigere il film gli resta da risolvere la questione non trascurabile di ottenere un’interprete protagonista “appariscente”. Alcune attrici, forse non poche, pare abbiano rifiutato l’invito; però guarda caso Michelle Hunziker insieme all’avvocato Giulia Buongiorno – quella che ha difeso Giulio Andreotti, per capirci – hanno messo su insieme una Fondazione, “Doppia difesa”, che si occupa proprio di difesa dei diritti della donna, spendendosi in modo particolare sul fronte della violenza sulle donne. Ed ecco, nasce Amore nero, film di poco meno di quindici minuti che rappresenta in sintesi la dura storia di una giovane donna – e prossima madre – angariata dal marito fin quasi alla morte, e legata alla rigida madre da una relazione contorta. C’è poco da stare ad analizzare: il film purtroppo sembra uno dei tanti capolavori della premiata ditta Maccio Capatonda, o l’ultima invenzione di Corrado Guzzanti. Dall’inizio alla fine una collezione di luoghi comuni e trovate di pessimo gusto, il tutto messo in scena secondo la retorica più goffa (da vasi di fiori che cadono al rallentatore, a manette che appaiono e scompaiono intorno ai polsi come segno di un legame che cambia natura). Tale il pasticcio che sembra opportuno sorvolare sull’analisi dettagliata, concentrando invece l’attenzione fuori del film, su alcuni aspetti del progetto nel suo complesso.

    Prima di tutto la scelta di usare come testo di divulgazione e “sensibilizzazione” (se un linguista avesse assistito alla conferenza stampa sarebbe prima arrossito per poi forse uscire dalla sala frastornato) un corto di finzione – che non si accontenta di essere spot ma tenta pervicacemente di costruire un racconto esemplare – è più che discutibile e in parte oscura, soprattutto se a dirigerlo non viene un autore esperto ma un incauto – ancorché dotato di molta buona fede – modello attore. Poi i modi della produzione e della distribuzione: il cast tecnico è stato regolarmente – anche se, pare, esiguamente – retribuito e i proventi della vendita del dvd dentro il quale il film sarà offerto al pubblico saranno devoluti ai progetti benefici (non meglio specificati) della Fondazione Doppia Difesa solo dopo aver coperto i costi della produzione. Per di più nessun altra distribuzione o veicolazione del film è prevista per i primi mesi di presenza sul mercato del dvd, per evitare “disturbi” alle vendite (parola dello stesso Ciampa e di Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, etichetta distributiva del film). Infine, visto che il dvd sarà venduto al costo di dieci euro (in esclusiva da Euronics), la Medusa ha giustamente pensato di reperire qualche materiale ulteriore da inserire tra i contenuti extra, come contorno al film. E qui sta il paradosso più palese: accanto al cortometraggio, chi comprerà il dvd, troverà un lungometraggio documentario diretto da Roberto Burchielli (regista televisivo nonché responsabile dell’uscita cinematografica Sbirri, che tra l’altro vedeva coinvolto come protagonista lo stesso Bova) e Mauro Parissone, La vittima e il carnefice, che al di là dei meriti artistici, certamente serve assai meglio del cortometraggio firmato da Bova a dar conto del fenomeno della violenza sulle donne e a tentare di farne meglio comprendere dinamiche e dimensioni. A produrre Amore nero è la Sanmarco dello stesso Bova e della moglie Chiara Giordano.

    SILVIO GRASSELLI