Arrivano i nostri

11/06/09 - La stagione cinematografica si avvia ormai verso la conclusione e questo vale in...

(Rubrica a cura di Alessandro Aniballi)

arrivano-i-nostri-interno.jpg11/06/09 – La stagione cinematografica si avvia ormai verso la conclusione e questo vale in particolar modo per il cinema italiano che, a parte “Vincere”, non ha nessun film di richiamo in sala. Se si dovesse pensare a cosa ci è mancato di più in questa annata incolore ci pare che si debba cominciare dal film di genere. In effetti da circa una settimana è in programmazione “Visions”, uno psyco-horror-thriller il cui maggior difetto, a nostro avviso, va trovato nel tentativo di misurarsi con le grandi produzioni americane, mantenendo quello sguardo di superficie che a volte hanno i film di Hollywood, ma senza riuscire a impossessarsi della loro maestria tecnica. E allora stavolta ci pare il caso di operare una “rimembranza” su quel che è stato il nostro cinema action, ruspante e artigianale, violento e istintivo, semplice e diretto.

“Milano calibro 9” è il capolavoro di Fernando Di Leo, basato su una sola idea: lo spettatore si deve fidare di Ugo Piazza-Gastone Moschin? Ci possiamo identificare in lui, oppure no? La sua maschera impassibile, a confronto degli eccessi degli altri personaggi, rimanda continuamente la risposta, per un gioco sadico e modernissimo che vuole che il mistero non sia all`esterno ma nell`interiorità  del protagonista.Quel che abbiamo deciso di ospitare nella nostra rubrica è però l`incipit. Basta vedere la gestualità  sopra le righe ma allo stesso tempo verosimile di questi attori (di Mario Adorf ad esempio) che incarnano meschini travet della malavita, per rimpiangere qualcosa che non c`è più.