Arrivano i nostri

18/06/09 - àˆ passato un poco sotto silenzio l`esordio al lungometraggio di Claudio Giovannesi...

(Rubrica a cura di Alessandro Aniballi)

arrivano-i-nostri-interno.jpg18/06/09 – àˆ passato un poco sotto silenzio l`esordio al lungometraggio di Claudio Giovannesi, cineasta che con il suo “La casa sulle nuvole” palesa un`ispirazione registica personale e ricca. Distribuito in poche sale dall`Istituto Luce, il film di Giovannesi, secondo noi, ha quella caratura capace di richiamarsi nientemeno che a certe tendenze della Nouvelle Vague, con quella sua narrazione dall`apparenza svagata e digressiva e con quel racconto che è condotto e “misurato” principalmente dalle note jazzistiche composte dallo stesso autore (ci viene in mente, a mo` di richiamo, “Il segno del leone”, lontano esordio alla regia di Eric Rohmer). Ci sono poi dei difetti, come l`insistenza da parte del protagonista nel voler “salvare” a tutti i costi il personaggio della donna araba (il che non può che ricordarci la banalità  “italocentrica” di uno degli episodi di “Italians”); questo nella presunzione che ci sia sempre qualcuno da “salvare” in un paese del cosiddetto Terzo Mondo. Però – volendo – si può anche passare sopra a certe ingenuità , per concentrarsi piuttosto sulla naturalezza complessiva dell`operazione, sia nella recitazione sia, più in generale, nella composizione della messa in scena.

Ecco, rispetto ad altri film italiani visti negli ultimi tempi (pensiamo ad esempio a “Cover boy” di Carmine Amoroso, che pure è buon lavoro), ne “La casa sulle nuvole” la prima caratteristica che emerge, in modo quasi abbagliante, è la personalità  registica dell`autore. Tanto che – e forse era almeno un lustro che non capitava per un esordiente italiano – qua e là  si riesce a cogliere persino un mondo poetico profondo. La doppia sequenza della mongolfiera, ad esempio, con quel suo delegare il senso solo ed esclusivamente allo sguardo, alla apparizione meravigliosa di quel gigantesco pallone volante al di là  delle dune, non può non farci pensare a un “gesto” figlio della visionarietà  felliniana. Giovannesi, dunque, a fronte di un`annata così povera di sorprese e così amara nelle conferme negative, si candida a essere come il miglior esordiente italiano della stagione.

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