Atlantide il futuro è in VOD

05/08/11 - La società si focalizza sulla distribuzione in modalità video on demand. Ad arricchire il catalogo accordi con altre compagnie. Lucky Red la prima.

Dopo l’uscita in sala di qualche titolo, la casa di distribuzione Atlantide Entertainment ha deciso di specializzarsi nell’offerta Video On Demand per la visione in streaming oppure in download. L’utilizzo del portale, per la visione in VOD, è molto semplice: dopo una registrazione è possibile visionare in streaming il film, cioè una sola volta, oppure scaricare un file in formato mp4. I prezzi dello streaming partono da 0,99 €, mentre il download da 3,99 €. La società ha due linee editoriali: una appena nata Indie Frame, che sostituisce quella che era semplicemente la linea Atlantide, dedicata ai film d’autore indipendenti e l’altra Queer Frame, a tematica o di interesse GLBT. L’ importanza del progetto Atlantide sta nel portare in Italia film che sarebbero difficilmente visibili e riscoprire anche titoli meno recenti che, inspiegabilmente, non sono mai stati distribuiti, come Masahista, il primo film di Brillante Mendoza, o il film >Rendez-Vous di Techiné ma anche film che hanno vinto premi: Cuchillo de Palo di Renate Costa, vincitore dell’ultimo Festival dei Popoli oppure Kinatay sempre di Mendoza, vincitore della palma d’oro a Cannes 2009. La maggior parte dei film del catalogo, tutti in versione originale sottotitolati, esce in VOD, a una media di 2 pellicole a settimana, inclusi documentari o blocchi di 3-4 cortometraggi d’autore, e rimangono sempre disponibili per la visione via internet. Inoltre circa 1 o 2 volte al mese alcuni film sono disponibili in streaming gratuitamente, mentre una piccola selezione di titoli sono anche distribuiti in DVD. Il portale ha ad oggi poco più di 5000 iscritti e i dvd sono distribuiti – oltre che in librerie e videoteche di settore ed indipendenti – anche nelle grandi catene come Fnac, Feltrinelli, Melbook ma anche su Amazon.it e IBS.it.

A tutto questo Atlantide aggiunge oggi due importanti novità: la prima è Indieframe.tv, primo portale italiano dedicato al cinema di qualità, in cui sarà possibile vedere sia film in lingua originale che doppiati attraverso la formula del Video On Demand legale. Il portale che sarà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia e in collaborazione con la SIC – Settimana Internazionale della Critica, comprende nella library titoli di assoluto livello: da L’angelo sterminatore di Luis Buñuel a Ichi the Killer di Takashi Miike. La seconda novità è l’accordo tra la società e Lucky Red grazie al quale a partire dal 3 agosto Atlantide Entertainment – tramite il portale della linea a tematica GLBT www.queerframe.tv – distribuisce 14 recenti classici del listino Lucky Red in una speciale sezione chiamata Queer Re-Frame, destinata a ospitare film già distribuiti da altre società e doppiati in italiano. La sezione viene inaugurata con 14 titoli ai quali se ne aggiungeranno altri nel corso dei prossimi mesi. Questo accordo segna l’inizio di una nuova importante fase di crescita per Atlantide che punta a stabilire collaborazioni con diverse società di distribuzione per la visione in VOD dei più importanti film del cinema queer degli ultimi anni. Tra i titoli scaricabili grazie alla partnership con Lucky Red: Legami di Almodovar, Velvet Goldmine di Haynes, Fucking Amal di Moodysson e In The Mood for Love di Kar-Wai. Già disponibile su Queerframe.tv invece Castelli di carta, tratto dal romanzo di successo Troppi amori di Almudena Grandes e diretto dallo spagnolo Salvador Garcia Ruiz, che Atlantide ci ha permesso di vedere e recensire per i nostri lettori:

Il triangolo no! È proprio il caso di dirlo per il film del regista spagnolo Salvador García Ruiz Castelli di carta. La storia è quella di tre studenti dell’Accademia di Belle Arti, che incapaci di superare i propri limiti esistenziali intrecciano una relazione tripartita nella disperata ricerca di un amore impossibile, completo e perfetto in tutte le sue parti. La sottotraccia psicologica e artistica però non regge le pretese: i tre finiscono subito e senza troppi preamboli a letto, lasciando molto poco alla fantasia e virando il film verso un erotismo da Harmony che non concede quasi nulla all’intelletto né al mezzo cinematografico. Il voyeurismo è spiccio e scarsamente originale, parrebbe mirare a The Dreamers, ma senza stare a scomodare Bertolucci assomiglia molto di più ai filmetti senza pretese passati da Rete 4 in seconda serata. Certo, ogni tanto in quei palinsesti sonnambolici capitava anche di inciampare in qualche capolavoro, ma non sembra il caso di questo pseudo dramma del giovane genio pittorico impotente, della fanciulla che non sa provare orgasmo e del loro poco talentuoso ma ben dotato compagno di copulazioni che cerca di compensare con il sesso la mancanza di ispirazione artistica. Il peggio però viene quando, tra una simpatica ammucchiata e l’altra, il trio si perde in banalissime disquisizioni sull’arte del tipo “dipingiamo ciò che vediamo, o dipingiamo ciò che non vediamo?”, senza risparmiare nemmeno lezioncine su Goya, il pittore nazionale per eccellenza. Immaginate un film osé italiano dove i protagonisti leggono qua e là passaggi dell’Inferno dantesco…Ecco, Castelli di carta rischia di fare più o meno lo stesso effetto.

ALESSANDRO ANIBALLI e LAURA CROCE

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Rubrica: Belli e indipendenti