Belli e indipendenti

Pietro Marcello a New York e Nanni Moretti a Londra, mentre in Italia si terranno a breve una serie di manifestazioni dove godere di ottimo cinema.

Belli e indipendenti – Indagine sull’odierno cinema indipendente a cura di Giovanna Barreca

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E’ in arrivo una primavera di grandi piccoli festival indipendenti in Italia e all’estero, sia da un lato per il prestigio del nostro cinema indipendente che – complessivamente – per la qualità cinematografica offerta. La bocca del lupo di Pietro Marcello, dopo aver vinto ormai 3 anni fa al Torino Film Festival e aver iniziato un ottimo percorso di promozione e diffusione, da domani sarà al Tribeca film Festival, la kermesse promossa a New York da Robert De Niro e Jane Rosenthal che lo hanno inserito nella sezione Disappearing Act IV, dedicata a 25 pellicole provenienti dalle proposte più interessanti provenienti dalle cinematografie europee. In Inghilterra invece ci sarà Nanni Moretti all’Italian Cinema London. A quattro anni dall’omaggio del Festival di Locarno, l’autore romano si troverà a presentare la sua opera – tanto amata soprattutto in Francia – anche al di là della Manica a un pubblico esperto e attento che saprà apprezzare la sua ironia e il suo modo di raccontare il nostro Paese e una generazione.
In Italia, nel frattempo, iniziano due appuntamenti diversi per contenuti ma accomunati dalla volontà di far circuitare opere che, purtroppo, non hanno grande diffusione né in sala, né attraverso i circuiti indipendenti: a Firenze la terza edizione di Middle East Now: il Medio Oriente contemporaneo dal 12 al 16 aprile, con delle prime assolute di grande rilievo come The Reluctant Revolutionary di Sean McAllister, che presenta la storia – quasi sconosciuta ai più – della rivoluzione pacifica nello Yemen. E poi lavori che ci raccontano la primavera araba delle rivoluzioni in Nord Africa con lungometraggi come On the Road to Downtown di Sherif El-Bendary e Back to the Square di Peter Lom. Commedie divertenti con giovani in cerca di una propria identità sociale e politica: The last days of winter di Mehrdad Oskouei, 2Night di Roi Werner e Felicity Land di Maziar Miri. Cinema di finzione e grande spazio anche alle storie raccontate attraverso il documentario come: The Boy Mir di Phil Grabsky e In My Mother’s Arms di Mohamed e Atia Jabarah Al-Daradji.

A Torino, invece dal 19 al 25 aprile la ventisettesima edizione del Torino GLBT Film Festival Da Sodoma a Hollywood che tra tabù vecchi e nuovi darà spazio, mostrandoli in prima visione, film di grande interesse come la commedia agrodolce belga-olandese Alle tijd (Time to Spare) di Job Gosschalk – in apertura – che indaga sui ruoli nell’amore. Altra commedia che gioca su certi stereotipi difficili da sconfiggere sarà, in chiusura di kermesse, Let My People Go! di Mikael Buch. Dei 140 film provenienti da 35 paesi che confluiscono nelle diverse sezioni segnaliamo ancora le Anteprima internazionale nel Concorso documentari perché particolarmente interessanti: Trans, opera di Chris Arnold (Usa) sull’identità di genere e Call Me Kuchu, diretto da Malika Zouhali-Worrall e Katherine Fairfax Wright, sulla discriminazione dei gay in Uganda. Nella stessa sezione l’anteprima europea di Keep the Lights On di Ira Sachs,, Teddy Award a Berlino 2012.

Infine da sabato, una rassegna tra cinema e arte perché le contaminazioni sono possibili e perché da esse nasce maggior spirito critico: Duplice paesaggio a cura di Giovanna Nicoletti “per indagare il tema del rapporto tra l’uomo e la natura attraverso la lente dell’arte”. All’interno di un programma ricco di incontri letterari, dibattiti, mostre, concerti, iniziato il 23 marzo, ora anche anche diverse proiezioni curate da  Paola Fornara all’interno dello Spazio Museale di Palazzo Tornielli ad Ameno (No): da uno dei capolavori di Werner Herzog, La grande estasi dell’intagliatore Steiner, all’americano Pascolo d’estate di Lynn True e Nelson Walker.

Per maggiori informazioni: www.museotornielli.it.