Belli e indipendenti

17/06/11 - Intervista ad Alessandro Pugno, regista che sta terminando la produzione europea All'ombra della croce, girato in Spagna.

Belli e indipendenti – Indagine sull’odierno cinema indipendente a cura di Giovanna Barreca

Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA al regista:

  • Alessandro Pugno
  • Produttori che lavorano alla stesura della sceneggiatura lasciando totale libertà all’autore. Abbiamo scoperto, nella nostra indagine, che questa è una delle belle realtà presenti nel nostro Paese: Alessandro Pugno ci ha parlato in questi termini della sua collaborazione con Invisibile film, società di produzione di cinema indipendente milanese, nata nel 2006 per iniziativa di Gabriella Manfrè e del regista Giovanni Maderna. Loro la produzione di Casa Verdi di Anna M. Franceschini (2008) e ancor prima Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, film che a Cannes 2010 sorprese – in Quinzaine – pubblico e critica, tanto da diventare un caso. Grazie a Manfrè-Maderna, il regista ha potuto sviluppare e portare a termine All’ombra della croce nato ormai diversi anni fa dopo uno dei tanti viaggi intrapresi: raccontare un monastero suggestivo e unico che ebbe modo di conoscere bene grazie alla sua permanenza in Spagna. Quando alcuni eventi di cronaca lo portarono alla ribalta nazionale spagnola – il governo Zapatero voleva chiuderlo – il progetto era già avviato, grazie anche a due coraggiose produzioni europee che hanno fortemente voluto partecipare. E così le telecamere sempre molto discrete di Alessandro Pugno sono entrate nella Valle de los Caidos, la valle dei caduti, un complesso monumentale che si trova a pochi chilometri da Madrid. Costruito dal dittatore Franco degli anni ’50 (dove volle essere seppellito), quando l’influenza della chiesa cattolica era decisiva, è diviso in due parti: una chiesa scavata dentro la montagna in cui sono sepolti i resti di oltre 35000 caduti della Guerra Civile spagnola e un monastero benedettino dove i monaci hanno ancora una scuola per una cinquantina di bambini che studiano e vivono nella struttura.

    Al regista che per primo entra in questa realtà, interessava indagare cosa c’è dietro un simbolo così forte per tutta la Spagna, cosa ci sia dietro la croce più alta del mondo. A che punto sta il conflitto tra Stato e Chiesa in una nazione che è passata in pochi decenni dall’essere il secondo paese più cattolico d’Europa e una nazione laica? Noi all’interno dell’intervista ci siamo soprattutto limitati ad indagare il rapporto avuto con la produzione per capire come un autore europeo si possa o debba lasciarsi guidare da un produttore e quanta libertà c’è nel mondo del cinema indipendente. Ci ripromettiamo di tornare a parlare del progetto quando dalla fase di fine produzione, si passerà meritatamente alla proiezione in sala.