Cara, ti amo

04/10/11 - Tra Brizzi e Sex and the city in salsa trasteverina, arriva la commedia giovialmente maschilista che, assicura il regista Vallati, piacerà anche alle donne.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ai protagonisti del film:

  • il regista, Gian Paolo Vallati
  • Angelo Orlando
  • Luciano Scarpa
  • Torna al cinema la guerra dei sessi, sempre in commedia e sempre con l’intento di sfruttare al massimo gli stereotipi di genere al fine di sdoganarli in versione politicamente molto poco corretta. La cosa interessante è che a farlo, stavolta, non è la solita corazzata comica prodotta e distribuita da una qualche major nostrana, ma un vero titolo indipendente, girato in digitale con mezzi a volta evidentemente stentati, a bassissimo budget e in lotta per ottenere una difficile visibilità nel chiuso circuito cinematografico italiano. Ancora più interessante, però, è il fatto che stavolta l’operazione Cara ti amo non sia da biasimare con fastidio o da spedire nel dimenticatoio sperando sia colpita da damnatio memoriae a decorrenza immediata. Spesso simili forme di diffusione si accompagnano infatti a pretese artistiche del tutto prive di fondamento; il film di Gian Paolo Vallati invece si confessa subito per ciò che è, vale a dire una commedia leggerissima che vuole scherzare senza alcun impegno su un tema già abbastanza abusato e frivolo come il rapporto uomo-donna, spostando però l’attenzione sulla parte maschile del binomio, almeno più di quanto non si faccia di solito.

    L’idea è basilare: quattro amici si incontrano ogni giorno al bar, non certo per cambiare il mondo ma per discutere del secondo argomento più chiacchierato d’Italia dopo il calcio, cioè il sesso, e scambiarsi improbabili consigli sulle rispettive vite amorose. Se possono farlo quattro quarantenni super-fashion al centro di Manhattan, perché non dovrebbe essere concesso a quattro ragazzotti “sgaciati” nel cuore della romanità trasteverina? L’assunto si rivela azzeccato ed ecco cotta e mangiata la risposta testosteronica e molto autoironica al super successo di Sex and the City, pervasa da un sottile cinismo maschilista che però non eccede mai nell’offesa verso il gentil sesso e, soprattutto, trova quasi sempre la sua nemesi. Nonostante la qualità davvero grezza del film dal punto di vista tecnico, il ritmo regge e le battute riescono a strappare qualche sorriso non solo alla platea maschile. Certo, il clima rimane da commediola per un teatro off di rione, ma ha davvero poco da invidiare a titoli concettualmente molto più volgari che raggiungono gli schermi in centinaia di copie.

    LAURA CROCE

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