Falso Specchio

27/10/09 - Morta una festa se ne fa un’altra. Il Festival di Roma è finito senza nessuna illuminazione...

Falso specchio – Finalmente documentario

(Rubrica a cura di Silvio Grasselli)

falso-specchio-interno.jpg27/10/09 – Morta una festa se ne fa un’altra. Il Festival di Roma è finito senza nessuna illuminazione e con poche eredità per il futuro. Domenica prossima si apre a Firenze la cinquantesima edizione del Festival dei Popoli. A una parata chiassosa ed effimera segue un incontro memorabile in cui s’uniscono senso ed emozione, ai pochi sprazzi di cinema passati sugli schermi romani (Olmi, naturalmente, anche se senza troppa convinzione, Giovannesi, e poi anche Andrei Lang con il premiato “Sons of Cuba”) si sostituiranno gli eventi fiorentini. E prima di tutto la sezione celebrativa “The feeling of been there” che proporrà una selezione dei più densi capitoli del cinema documentario passato al festival dal 1958 al 1965. Un’occasione rara e preziosa di vedere proiettati su grande schermo e in pellicola titoli che hanno fatto, più e meno ufficialmente, la storia del genere documentario. Un’occasione ancor più carica di significato nel panorama contemporaneo delle rassegne e dei festival “a tutta visibilità”, invicibilmente legati alla logica dell’opera usa e getta, o devoti più alla cultura come evento che all’evento culturale come progetto politico e di servizio alla cittadinanza.

Il Concorso nazionale sparisce dal palinsesto. Il Concorso Internazionale diventa Concorso Lungometraggi (nel quale sono compresi diversi titoli nostrani) e si aggiunge il concorso dei corti. Confermata pure Stile Libro, sezione fortemente voluta dal neodirettore Luciano Barisone per il varo della sua prima edizione nel novembre dello scorso anno. Per il cinquantenario Stile Libero si fa in tre: all’omaggio ad Alvaro Bizzarri si aggiungono le sottosezioni tematiche Realtà manipolate, sul documentario politico, e Tracce sonore, recupero del filone del documentario sulla musica. L’omaggio a Thomas Heise, tra i maestri del cinema documentario tedesco, completa un palinsesto ricco e compatto (nonostante gli inesorabili tagli di budget che non risparmiano neppure le istituzioni storiche) che celebra la storia gloriosa e discreta di uno dei luoghi più importanti per la cultura cinematografica del nostro paese. A martedì prossimo per le analisi, le narrazioni e i commenti sui film dei giorni fiorentini.