Festa del cinema di Roma: Di Gregorio per Astolfo

In anteprima alla Festa del cinema di Roma e in sala dal 20 ottobre Astolfo, scritto (con Marco Pettenello), diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio che realizza il sogno di avere, come sua innamorata sul set, Stefania Sandrelli. La nostra intervista al regista.
Intervista a Gianni Di Gregorio a cura di Giovanna Barreca

Gianni Di Gregorio, dopo essersi diplomato in regia e recitazione all’Accademia di Arti Sceniche di Roma, diretta da Alessandro Fersen e aver partecipato a gruppi di lavoro con Bob Wilson, Grotowski, Kantor, Chaikin, inizia la sua esperienza cinematografica sui set come assistente alla regia per, tra gli altri, Matteo Garrone. Sui set di Estate Romana, L’Imbalsamatore e Primo Amore natura anche la consapevolezza di voler passare dietro la macchina da presa e, dopo aver collaborato anche alla scrittura della sceneggiatura di Gomorra nel 2007, nel 2008 dirige il suo primo lungometraggio di finzione. Pranzo di Ferragosto, Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e David di Donatello come miglior regista esordiente lo sprona a continuare su questa strada e, da allora ha scritto, diretto e interpretato Gianni e le Donne, Buoni a Nulla Lontano Lontano.

Per Astolfo, alle sue storie tipicamente romane, garbate e ricche di ironia aggiunge due elementi nuovi: una diversa location e una storia d’amore. Infatti il protagonista viene sfrattato dalla sua casa romana e, preso un po’ dallo sconforto e non potendo permettersi altro alloggio nelle vicinanze, torna in una vecchia casa nobiliare nelle campagne del centro Italia, lasciatagli in eredità e abbandonata da anni. Non la troverà vuota ma abitata da pensionati un po’ scapestrati come lui. Nel paese l’incontro che lo riporterà a guardare con gioia alla vita, dopo diverse delusioni, sarà quello con Stefania, interpretata da Stefania Sandrelli, fortemente voluta da Di Gregorio perché a lei avevano già pensato – con Marco Pettenello – nella fase di scrittura della sceneggiatura.

“Un film allegro e spensierato” così lo definisce il regista che, durante la nostra intervista, ci svela come questa storia sia nata con tali caratteristiche perché la sentiva necessaria dopo il periodo di pandemia.

giovanna barreca