FilmSpray

11/05/09 - FilmSpray è un evento culturale che coinvolge varie città  italiane: Firenze, Roma...

FilmSpray 2009 a Firenze: il cinema italiano cerca visibilità  sul territorio nazionale e all`estero

(Dal nostro inviato Massimiliano Schiavoni)

filmspray11/05/09 – FilmSpray è un evento culturale che coinvolge varie città  italiane: Firenze, Roma e Tuscania (VT), promosso e organizzato dall`Istituto Lorenzo de` Medici nelle tre località  in cui è presente con la sua attività  didattica. Il festival ha avuto luogo dal 7 al 9 maggio, e a Firenze ha visto le proiezioni alternarsi tra il cinema Ciak Alter e la suggestiva cornice della Chiesa di san Jacopo in Campo Corbolini, per l`occasione trasformata in sala cinematografica. Lo scopo dell`iniziativa è nobile: dare maggiore visibilità  a opere italiane che hanno avuto scarsa o nulla distribuzione nei cinema, e promuovere tali opere anche all`estero. L`Istituto Lorenzo de` Medici svolge infatti attività  didattiche per lo più mirate a studenti stranieri, e in tal senso le proiezioni hanno avuto una platea molto composita, fatta di appassionati di cinema, “simpatizzanti”, e numerosi studenti di varia nazionalità . Inoltre, il festival è stato corredato di un concorso “a giuria popolare”; agli spettatori di ogni singolo film è stata consegnata una scheda valutativa, e sulla base dei voti raccolti verrà  proclamata un`opera vincitrice che sarà  proiettata all`estero nelle università  straniere con cui l`Istituto Lorenzo de` Medici intrattiene abituali rapporti. Gli otto film in concorso spaziano tra diversi generi e ispirazioni, nel tentativo di dare un quadro quanto più onnicomprensivo della produzione italiana indipendente dei nostri anni. “Cover Boy” di Carmine Amoroso è probabilmente la meno “invisibile” tra le proposte del concorso; il film non ha certo avuto vita facile nelle sale, ma si è guadagnato a poco a poco un suo spazio non disprezzabile, grazie ai numerosi premi raccolti e al passaparola tra gli spettatori più accorti. E grazie anche al meritorio impegno degli organizzatori di festival, piccoli o grandi, e di rassegne sul cinema italiano recente, dove l`opera di Amoroso ha goduto di numerosi passaggi.

Tra le opere meno note mostrate in concorso, suscita molta simpatia l`ultima regia di Angelo Orlando, “Sfiorarsi”, opera che si regge su un`imprevedibile alchimia tra Orlando e Valentina Carnelutti, entrambi soggettisti, sceneggiatori e attori del film. Il percorso di Angelo Orlando si fa piuttosto interessante; autore e attore appartato, dagli esordi comico-surreali di “L`anno prossimo vado a letto alle dieci” (corredati anche da una certa notorietà  televisiva qualche anno fa), approda in “Sfiorarsi” a toni assai poco italiani. Una commedia molto sofisticata, sospesa, meditativa, “francese”, in cui è difficile capire dove finisce il contributo creativo di Angelo Orlando e dove inizia quello di Valentina Carnelutti. Opera a due in tutto e per tutto,“Sfiorarsi” pare talvolta voler trasformare Roma nella Manhattan di Woody Allen, ma poi, in mezzo a qualche retaggio da commedia all`italiana, lascia emergere la verità  dei personaggi, il loro inseguirsi, sfiorarsi, riperdersi (in tal senso, è significativa la bella sequenza del servizio fotografico), senza mettersi fretta e senza voler dire nulla di definitivo o declamatorio sulla natura umana.

Altrettanto interessante appare l`opera prima di Davide Sibaldi, “L`estate d`inverno”, ardito esperimento di Kammerspiel psicologico a due personaggi, in cui una prostituta e un giovane “cliente” occasionale scavano dentro i propri traumi alla ricerca di una comune esorcizzazione dei propri fantasmi. E` vero che nell`incalzare delle rivelazioni sulle loro vite passate si rischia più volte l`inverosimile (davvero troppe le disgrazie accumulate da entrambi), ma la prova attoriale, specie di Pia Lanciotti, è assai apprezzabile. Così come il taglio soffocante, claustrofobico, a tratti allucinato che la regia riserva a tutta la narrazione. Ha riscosso infine grande simpatia nel pubblico “Il rabdomante” di Fabrizio Cattani, sorta di western moderno, ambientato nei dintorni di Matera, dove l`imprevedibile cowboy è un rabdomante un po` alienato, i cattivi la criminalità  organizzata, e la donna da difendere una ragazza dell`est sfruttata dai criminali. Nell`opera di Cattani la cifra predominante è il grottesco e la commistione postmoderna dei generi; il western a tinte forti di Sergio Leone (palesemente evocato in una sequenza del film), il melodramma, il noir, il mafia-film, la commedia nera, una miscellanea dei generi italiani nella loro chiave più popolare e fumettona. Ma su tutto domina un`inconsueta aria misticheggiante, non del tutto nuova agli autori lucani e pugliesi (“Il miracolo” di Edoardo Winspeare, certi accenni comici in alcuni film diretti da Sergio Rubini), a metà  strada, però, tra ironia e vera partecipazione emotiva.