Flussi seriali

04/03/10 - È cosa universalmente nota che i canali televisivi si son sempre fatti guerra a suon di...

Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane

Medium vs Ghost Whisperer – Prima Parte: Ghost Whisperer e la CBS

(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)

flussi-seriali04/03/10 – È cosa universalmente nota che i canali televisivi si son sempre fatti guerra a suon di ascolti. Se pensiamo poi ai tre network storici americani, CBS, ABC e NBC, vengono in mente alcuni aneddoti interessanti circa le battaglie attraverso le serie tv. Quando una realizzava qualcosa di buono e di amato dal pubblico, ecco che subito la concorrenza cercava di superarsi con qualcosa di molto simile al successo dell’altro. Ed è così che al “Dallas” della CBS, la ABC ha risposto con il più fastoso “Dynasty”; al “Chicago Hope” della CBS ha fatto seguito l’intramontabile “ER” da parte della NBC, e nel 2005 al “Medium” della NBC ha corrisposto qualche mese più tardi il “Ghost Whisperer” della CBS.

Nonostante questo, però, è anche evidente che ogni canale nelle sue produzioni e nei suoi schemi di realizzazione resta sempre fedele a se stesso e al suo pubblico perché il proprio target di riferimento resta inossidabile. Concentriamoci proprio sull’esempio di “Medium” (sulla NBC dal gennaio 2005) e “Ghost Whisperer” (su CBS dal settembre dello ghostwhispererstesso anno), la seconda imitazione della prima, che resta, però, nettamente superiore per compattezza e asciuttezza narrativa. Entrambi questi prodotti sono molto simili nei loro contenuti con l’unica differenza che vengono presentati nella veste tipica del canale di appartenenza. “Ghost Whisperer” ha all’interno i classci meccanismi narrativi del prodotto per signore (tipico del pubblico della CBS, che in questo caso però cerca di reggiungere una fetta anagrafica più vasta e più giovane rispetto al passato), che possono essere un ambiente famigliare positivo (anche se costituito solo da un rapporto coniugale e non come in genere accade da un nucleo più vasto), la quotidianità nel suo aspetto sociale, il lavoro. Il difetto è purtroppo è che tutto appare surreale, sdolcinato, melenso, forzato nella distribuzione dei sentimenti e del rapporto che la protagonista Melinda Gordon ha nel parlare con i morti anche quando dalla seconda/terza stagione la serie cerca di acquisire inutilmente venature più dark e horror. Generalmente, i defunti hanno un conto in sospeso con i loro cari sulla Terra. Il tutto finisce sempre in lacrime e riappacificazioni. Che noia! Anche la struttura scenografica ha quasi del fiabesco, dell’irreale. Nonostante l’America sia stata più legata agli estremismi di un fanatismo religioso (in particolare negli anni dei due mandati di Bush), parlare di Dio come di una figura concreta e reale – argomento che CBS ha sfruttato fino all’impossibile con le commoventi e melense serie “Il tocco di un angelo”, il suo spin-off “Promised Land” e l’adolescenziale “Joan of Arcadia”, migliore dal punto di vista etico e narrativo rispetto ai precedenti – non è andato più molto di moda alla CBS dal 2005 in poi ed ecco, così, che se ne parla attraverso un aspetto più indiretto e fantasioso, come la medium per famiglie di “Ghost Whisperer”.

…to be continued

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