Grasse vacanze greche

09/10/09 - Qualche anno fa una donna bruttina ma con un certo appeal si presentò sugli schermi...

“Le Mie Grosse Grasse Vacanze Greche” – Amore spento in salsa tsatsiki

09/10/09 – Qualche anno fa una donna bruttina ma con un certo appeal si presentò sugli schermi di tutto il mondo con un film in cui ironizzava sulla sua discendenza greca: “Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco” è stato il film indipendente col più grande incasso della storia del cinema. Ora Nia Vardalos, protagonista e produttrice, ci riprova tornando a parlare di Grecia per la regia di Donald Petrie, ma il risultato è davvero scadente.

le-mie-grasse-grosse-vacanze-grecheGeorgia, greca americana, torna in Grecia dopo una delusione d`amore e lavora come guida turistica. E` insoddisfatta per la vita amorosa e professionale; ma un viaggio con uno scalcinato gruppo di turisti e un tenebroso autista rimetterà  le cose in sesto. Nient`affatto il seguito del film del 2002 (infatti il titolo originale è “My Life in Ruins”) bensì una semplice furbata della distribuzione italiana, la pellicola è una commedia sentimentale turistica e folk scritta da Mike Reiss e dalla stessa Vardalos, che naufraga in un mare mosso di luoghi comuni. Il film infatti vorrebbe parlare della solitudine e di come la bellezza e la libertà  di un certo modo d`agire mediterraneo siano un toccasana, ma invece di fare un elogio della lentezza e delle piccole cose – stantio certo ma che ha ispirato maestri come Rohmer tra gli altri – si preferisce berciare di declino della cultura occidentale attraverso un abuso dei clichè, trasformando le banalità  folkloristiche come stile di vita, denigrando parte della cultura greca e dipingendo i turisti come razza inferiore che è giusto tenere nell`ignoranza per alimentare i loro corrivi modi di vivere. Come se non bastasse questa assurda morale di fondo, la commedia che si vorrebbe brillante e sofisticata si smarrisce nel devastante abuso di stereotipi (per intenderci, è come se in un film ambientato in Italia si mostrassero pizza, spaghetti, mamme, mafia e mandolino) e in un tono “comico” più vicino a “Natale in Grecia” che a Lubitsch.

La sceneggiatura, che stende lo spettatore già  nei primi cinque minuti, va avanti per banalità , buchi e umorismo di terza mano, mentre Petrie dimentica anche il minimo sindacale di professionismo nelle inquadrature e negli stacchi di montaggio. Gli attori, dal canto loro, vorrebbero dare un po` di verve e Vardalos e Dreyfuss ci provano pure, ma avendo a che fare il più delle volte con personaggi fastidiosi possono poco. A qualcuno potrà  pure piacere questa moussaka rancida (che invece è, per chi non lo sapesse, uno dei motivi per cui potremmo smettere di essere atei), ma si tratta davvero degli avanzi di un frigo rotto.

(EMANUELE RAUCO)

Titolo originale: My Life in Ruins
Produzione: USA, Spagna 2009
Regia: Donald Petrie
Cast: Nia Vardalos, Richard Dreyfuss, Alexis Georgoulis, Rachel Dratch, Marà­a Adà¡nez
Durata: 95′
Genere: commedia
Distribuzione: Videa – CDE
Data di uscita: 9 ottobre 2009