Hop

28/03/11 - Pulcini e rock 'n' roll per una fiacca commedia un po' animata e un po' no, doppiata da Francesco Facchinetti e Luca Argentero.

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  • Francesco Facchinetti, doppiatore del film
  • Una volta c’era il Natale e i suoi film con e su Santa Clause; ora arriva il momento della riscossa della Pasqua e del fantomatico, almeno in Italia, Coniglietto pasquale. A sancire (forse) il passaggio c’è Hop, il nuovo film diretto da Tim Hill – già regista di Alvin Superstar – in cui teneri coniglietti animati interagiscono con umani spaesati. C.P. è il figlio del coniglietto pasquale in carica, riottoso all’idea di succedere al padre perché vuole fare il batterista, perciò fugge in America dove incontra Fred, un ragazzo scansafatiche che non ha molta voglia di trovare la propria dimensione. L’incontro cambierà le loro vite. Commedia per metà di stampo familiare per metà di avventura fantasy, scritta da Cinco Paul, Ken Daurio e Brian Lynch è un nuovo film per le feste a sfondo educativo, girato in live action con inserti animati.

    Il film, che si apre con un plagio abbastanza evidente della Fabbrica di cioccolato di Burton, sarebbe nelle intenzioni degli autori un invito a non smettere di sognare e a credere ai propri desideri nonostante tutto, per poi rivelarsi un film del tutto paternalista, incentrato sull’ossessione autoritaria degli americani per il padre, quello biologico, ma anche il grande padre capitalista che è il datore di lavoro, in questo caso il padrone della fabbrica (non a caso, impersonato dallo stesso personaggio, il padre di C.P.), assediato da lavoratori che confondono la lotta di classe col golpe. Ma al di là dei discutibili e fastidiosi risvolti ideologici, il film non sta in piedi a causa della sua debolezza di fondo, del suo adeguamento prono ai dettami dell’industria per bambini. La sceneggiatura è ridondante e confusa, la regia è quasi inesistente – se non per un paio di scene avventurose – e il doppiaggio sostituisce gli originali James Marsden (Fred) e Russell Brand (C.P.) con Luca Argentero e Francesco Facchinetti, il quale nonostante gli odiosi intercalari se la cava meglio dello spaesatissimo collega (non)doppiatore. Si dice che errare è umano, Fiamma Izzo – direttrice del doppiaggio che ha scelto Facchinetti dopo il fallimento di Robots – invece è diabolica.

    EMANUELE RAUCO

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