Il traino del cinema italiano

02/02/12 - Reso noto il IX rapporto dell'IEM realizzato dalla Fondazione Rosselli. In crescita solo il cinema italiano e la pubblicità online.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • il presidente ANICA Riccardo Tozzi
  • Bruno Zambardino, analista Fondazione Rosselli
  • Nonostante la crisi economica attanagli ogni settore dell’industria ce ne sono due in netta crescita negli ultimi anni: cinema e pubblicità online. A renderlo noto è il IX rapporto dell’Istituto di Economia dei Media (IEM) realizzato dalla Fondazione Rosselli, che ha come scopo quello di monitorare lo stato dei diversi mercati che compongono l’industria della comunicazione nel nostro paese. Secondo l’indagine, grazie soprattutto al buon andamento dei film italiani, l’industria cinematografica ha sì risentito della crisi, ma in maniera più contenuta rispetto a settori come l’home video, la musica e i periodici, che hanno ottenuto tutti risultati negativi. Guardando al lungo periodo, nel quinquennio 2006-2010, infatti, il settore cinematografico ha registrato un aumento del 28,6% contro il +8,1% della televisione e perdite fino al 40% per musica e home video. In crescita vertiginosa la pubblicità internet e mobile con un incremento del 111,9%.

    Secondo il rapporto annuale IEM, il 2010 è stato un anno record per il nostro cinema: la quota di mercato nazionale ha sfiorato il 40% con una fisiologica perdita del 10% nel 2011 degli incassi complessivi dovuta alla crisi. Un grosso aiuto è arrivato dal tax credit che, nonostante il sostegno pubblico ridotto al 12%, ha dato ossigeno all’industria. Secondo il Presidente dell’Anica Riccardo Tozzi, al crescente interesse degli spettatori verso i prodotti italiani, è coinciso un disinteresse nei confronti di quelli americani che ha generato la diminuzione di ingressi in sala che spiega il calo d’incassi. Pessimiste le stime della Fondazione per il 2011 (che non includono però il periodo natalizio), secondo cui tutti i segmenti dell’industria della comunicazione registreranno segno negativo, salvo che per la pubblicità su internet (+14,6%). Per il cinema la perdita prevista è del 10% sugli incassi e del 15,7% sulla pubblicità. Continua il periodo nero dell’home video con un ulteriore perdita del 15% delle vendite. Il rapporto mette a confronto anche la situazione dell’Italia con quella degli altri paesi europei: nel 2010 gli incassi cinematografici, così come quelli del mercato home video, sono stati migliori solo di quelli della Spagna. A fare meglio sono Francia, Gran Bretagna e Germania. L’Italia è leader solo nella pubblicità televisiva ed è proprio la tv che, secondo Tozzi, deve dare continuo slancio alla produzione cinematografica. Da non dimenticare le misure antipirateria, necessarie non solo per una questione economica, ma per far riscoprire ai giovani l’importanza di fruire il film in sala.

    MARILENA VINCI