Jean-Louis Trintignant

Protagonista del miglior cinema d'autore europeo, l'attore ritorna dopo una lunga pausa dal grande schermo con Amour di Michael Haneke, attualmente in sala.

Walk of Fame – Jean-Louis Trintignant – Alla scoperta del personaggio cinematografico della settimana

Jean-Louis Trintignant nasce nel 1930 a Piolenc, città del sud della Francia, in una famiglia altoborghese: il padre era un facoltoso imprenditore e due zii famosi piloti automobilistici. Trasferitosi all’inizio degli anni ’50 a Parigi per studiare recitazione, prende parte a due film prima di essere scoperto da Roger Vadim con E Dio creò la donna, pellicola di grande successo che lancerà Brigitte Bardot come sex-symbol e il giovane attore come uno dei talenti più promettenti della sua generazione. Il servizio militare, tuttavia, lo costringe ad imporre una pausa alla sua carriera, che per fortuna non sembra risentire della battuta d’arresto: nel 1959, diretto nuovamente da Vadim, è Danceny nell’adattamento del romanzo Le relazioni pericolose, e debutta in Italia con Estate Violenta di Zurlini, aprendosi un percorso all’interno di una cinematografia destinata a offrirgli prestigiose collaborazioni e ruoli memorabili. Nel 1962 prende parte, infatti, al capolavoro di Dino Risi Il sorpasso, dove interpreta lo studente timido e represso Roberto Mariani –  indimenticabile “spalla” dell’esuberante cialtrone Bruno Cortona di Vittorio Gassman –  incarnando con inusitata sottigliezza e maturità una delle figure più rappresentative della commedia all’italiana. Successivamente è diretto dai maggiori esponenti del panorama europeo del periodo, tra i quali Henri-Georges Clouzot e Alain Robbe-Grillet; lavora nuovamente con Vadim in Il castello in Svezia, e per la prima volta con Costa Gavras nel thriller Vagone letto per assassini, fino all’incontro con Claude Lelouch che – curiosamente, vista la prossimità di Trintignant col mondo dei motori – gli offre il ruolo del pilota vedovo in Un uomo, una donna.  Vincitrice della Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1966 e dell’Oscar per il miglior film straniero e miglior sceneggiatura, la pellicola si afferma come il maggior successo francese all’estero e offre all’attore una fama internazionale. E’ un periodo fortunatissimo per Trintignant, che nel 1968 è al centro di un ambiguo triangolo in Les biches – Le cerbiatte di Chabrol; è assoldato dall’allora moglie Nadine per Mon amour, mon amour;  torna in Italia al servizio di Tinto Brass (Col cuore in gola), Corbucci (Il grande silenzio), Giulio Questi (La morte ha fatto l’uovo) e Pasquale Festa Campanile (La matriarca), e ottiene l’Orso d’Argento al Festival di Berlino per la sua interpretazione in L’uomo che mente di Robbe-Grillet. Da un prestigioso riconoscimento all’altro: nel 1969  ritrova Costa Gavras in Z, l’orgia del potere con il quale viene premiato a Cannes, mentre per Il conformista di Bernardo Bertolucci si deve “accontentare” solo di svariate nomination per il film. Negli anni ’70 rimane perlopiù in patria concedendosi però alcune incursioni nel nostro paese dove prende parte a La donna della domenica di Luigi Comencini, Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini.  Ed è sempre all’insegna dell’Italia – con La terrazza di Ettore Scola – che si apre il decennio successivo, caratterizzato dal debutto in lingua inglese con Sotto tiro di Roger Spottiswoode, dalla presenza nell’ultimo film di Truffaut Finalmente domenica!, e dal confermato sodalizio con Lelouch, che prosegue con Viva la vita, Tornare per rivivere e Un uomo, una donna oggi, nel quale dopo vent’anni veste nuovamente i panni di Jean-Louis Duroc. Nel 1993 lavora, tra gli altri con Krzysztof Kieslowski (Tre colori: Film rosso), Jacques Audiard (Regard les hommes tomber e Un héros très discret) e presta la voce a un personaggio di La città dei bambini perduti di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro, per poi concedersi un periodo di pausa dal grande schermo a vantaggio di un impegno teatrale che lo vedrà assiduamente coinvolto. Col nuovo secolo la presenza di Trintignant si limita, infatti, a un piccolo ruolo nella commedia Janis et John, al doppiaggio nel film di animazione Immortal Ad Vitam di Enki Bilal e a un tv-movie, salvo ritornare alla grande nel 2012 sotto l’egida di Michael Haneke in Amour, Palma d’Oro a Cannes e attualmente nelle nostre sale.