Ki

12/09/11 - L’autore polacco Leszek Dawid porta alle Giornate la storia di una ragazza madre inquieta, alla ricerca di certezze con allegra malinconia.

Roma Gasiorowska è l’intensa protagonista di Ki, film presentato alle Giornate degli autori di Venezia 68. Ki è una ragazza che ha messo al mondo un bambino e, ancora giovanissima, si trova divisa tra un lavoro precario come modella in una scuola d’arte, un rapporto sbagliato con un uomo, la volontà di continuare una vita simile a quella delle coetanee e le sue aspirazioni da artista. L’attrice, vincitrice del premio come miglior interprete al festival di Gdynia (Polonia) è il motore di un film in cui la macchina da presa restituisce quel senso di claustrofobia che opprime l’animo della protagonista. Ossessivi i primi piani ravvicinati, come se il regista volesse indagare all’interno di uno spirito inquieto, ma anche egocentrico, che spinge la ragazza ad andare fino in fondo in tutto, senza curarsi delle conseguenze. Ki invade infatti la casa della sorella senza preoccuparsi delle esigenze altrui, esce con le amiche senza curarsi delle necessità del figlio, che dovrebbe condurre un’esistenza tranquilla e regolare. Ki sembra interessarsi poco al bambino, ma è gelosa di chiunque si avvicini troppo a lui e si batterà come una leonessa quando i servizi sociali minacceranno di affidarlo a un’altra famiglia. Ki non si vergogna di chiedere e di pretendere dagli altri. Alla fine, per naturale conseguenza, rimarrà sola; il suo desiderio di emergere, di dimostrare le sue doti e la volontà di continaure ad essere “giovane”, manderanno tutto in rovina, compreso l’affetto nei confronti del figlio e dell’uomo che cerca di starle vicino. Ma oltre a costituire il ritratto di un personaggio, il film mira ad evidenziare le dinamiche dei rapporti tra gli individui nella società polacca odierna, ancora in cerca di una sua identità dopo il crollo del blocco sovietico. In primo piano emerge l’egoismo di tutti i personaggi, l’individualismo sostanziale che spinge le amiche ad offrire a Ki il loro aiuto ma poi a scappare nel momento di reale bisogno della ragazza, la sorella ad andarsene piuttosto che continuare a sopportare l’invadenza di Ki e del nipote, così come farà il coinquilino Miko interpretato da un profondo Adam Woronowicz. Anche il paesaggio freddo e innevato sembra essere un presagio dei desideri frustrati di tutti i personaggi del film.