La battaglia dei tre regni

06/10/09 - Nel perseguire l`ambizioso piano di conquista del mercato asiatico e da lì di quello occidentale...

Quando cambia il vento

06/10/09 – Nel perseguire l`ambizioso piano di conquista del mercato asiatico e da lì di quello occidentale, la produzione cinematografica della Cina continentale non poteva lasciarsi sfuggire il maestro dell`action hongkonghese John Woo, trapiantato a Hollywood dal lontano 1992 (Hard Target) e ormai in rotta con la Fabbrica dei Sogni. L`occasione è arrivata con il presente La battaglia dei tre regni, il film più costoso della storia del cinema cinese. Per John Woo, che veniva dall`insuccesso di Paycheck (2002) e che da allora non girava più lungometraggi, questa gigantesca produzione potrebbe rappresentare l`inizio di una terza fase, dopo quella hongkonghese (il cui capolavoro resta The Killer del 1988) e dopo quella hollywoodiana per l`appunto (i cui apici furono probabilmente Face/Off, 1997, e Mission Impossible II, 2000).

la-battaglia-dei-tre-regniQuando si parla di super-produzioni mandarine però, come nel recente “Lussuria” di Ang Lee, oltre alla ratio cinematografica entra in gioco anche la riflessione diplomatico-politica. Così come accadde per il film vincitore a Venezia nel 2007, infatti anche ne La battaglia dei tre regni sono parti in causa, a vario titolo, le tre Cine: i soldi come al solito vengono dalla Mainland, il regista e diversi attori, a partire da Tony Leung Chiu Wai (che era anche il protagonista di Lussuria), sono hongkonghesi e buona parte del cast sia tecnico che artistico è invece taiwanese. Dunque, almeno sul grande schermo, si tende a una riunificazione di fatto che, però, data la potenza ormai annichilente della Repubblica Popolare, ha sempre più il sapore di una prossima futura annessione, in particolare per Taiwan (Hong Kong è già  cinese da più di un decennio, pur ancora sotto un regime speciale). E forse allora non è così peregrino pensare che nel film la questione venga addirittura tematizzata, poichè si parla di tre regni divisi che alla fine comprendono quanto sia necessaria l`unità . Ma, ciò detto, il ritorno alla regia di John Woo si pone anzitutto come intrattenimento hors categorie, capace com`è di dispiegare appieno tutte le grandi caratteristiche action dell`autore: la composizione delle scene di battaglia, sia per il montaggio che per la qualità  delle riprese e per la discrezione degli effetti digitali, ha un realismo e una concitazione che sarebbe inutile cercare altrove nel cinema contemporaneo (soprattutto dopo gli eccessi kitsch de La tigre e il dragone). Ma il film riesce sorprendentemente a essere anche un`opera personale, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi e in particolare nella relazione che si instaura tra i due protagonisti, Zhou Yu (Tony Leung) e Zhuge Liang (Takeshi Kaneshiro). Tra i due strateghi, pensatori prima che uomini d`azione, nasce un`amicizia virile che è tipica del cinema di John Woo e che, anche se non è portata alle estreme conseguenze come in The Killer, riesce comunque a connotarsi di una forte tensione romantica: basti pensare in tal senso alle sequenze in cui i due uomini si esibiscono musicalmente in una sorta di “assolo a due strumenti” e poi al saluto finale, con un dettaglio strettissimo e speculare dei due volti tanto da far pensare che, da un momento all`altro, debbano finire per forza per sovrapporsi (o per baciarsi).

Ma se “La battaglia dei tre regni” è un sublime resumè della poetica dell`autore, esso vale anche da preziosa, quanto immediata, affermazione della potenza cinese, nel pensiero, nella ritualità  come pure nell`estetica. Allo stesso modo di un grande catalogo infatti, nel film si celebrano tradizioni antichissime quali ad esempio la cerimonia del tè (fattore che porta alla sconfitta dell`ambizioso Primo Ministro) e la capacità  di leggere gli elementi naturali (una delle principali doti di un vero stratega, secondo l`opinione di Sun Tzu, l`autore del celeberrimo L`arte della guerra che viene più volte citato nel film). “La battaglia dei tre regni” si propone persino come blockbuster eterodosso, una sorta di “via cinese” al genere, in cui l`action è figlio sia della profonda riflessione (e dunque della filosofia) che di una millenaria ritualità , che anche dell`apporto fondamentale delle donne. Se infatti al genere femminile viene proibito di combattere, è però solo grazie all`audace iniziativa di due donne, osteggiata da mariti e fratelli, che la battaglia si risolve positivamente. Tutto perfetto allora? Quasi. Restano dei dubbi a proposito della prima mezz`ora, appesantita dalla voice over, ma soprattutto si teme che la lunga durata della pellicola, sia pur ridotta dallo stesso John Woo a circa 140 minuti a uso e consumo del pubblico occidentale (in tutto l`Oriente invece il film è uscito in due parti), possa allontanare ancora di più il pubblico italiano, che guarda già  con profondo sospetto ai prodotti targati Estremo Oriente.

(ALESSANDRO ANIBALLI)

Titolo originale: Chi bi
Produzione: Cina 2008
Regia: John Woo
Cast: Tony Leung, Takeshi Kaneshiro, Zhang Fengyi, Chen Chang, Wei Zhao
Durata: 148′
Genere: azione
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 23 ottobre 2009

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