Le amiche della sposa

08/07/11 - Condito con feci, flatulenze e trash, il classico film sulla damigella d'onore diventa una commedia rosa dove le pari opportunità vigono solo in cafoneria.

Per chi pensava che conati di vomito, battute scurrili e più in generale l’umorismo gretto e scatologico fosse appannaggio degli uomini, perlomeno sul grande schermo, si dovrà ricredere grazie a Bridemaids – Le amiche della sposa, in procinto di piombare nel pigro botteghino estivo per dimostrare tutto il contrario. Sorta di American Pie per ragazze sull’orlo della mezza età, il film di Paul Feig, interpretato e co-sceneggiato dalla star del Saturday Night Live Kristen Wiig, sfrutta tutti i canoni più essenziali di una commedia romantica, ma lo fa aggiungendo qua e là conversazioni tra amiche sulla fissazione dei maschi per il sesso orale, damigelle in preda a dolori intestinali per aver mangiato etnico, baci lesbo e torte fatte in mille pezzi. Ce n’è abbastanza, insomma, per dimostrare come anche le leggiadre fanciulle possano ridere e far ridere ammiccando alla fase anale di freudiana memoria, sporcando finalmente un po’ l’insopportabile patina glamour imposta dalla dittatura di Sex and the City, ridicolizzando le inclinazioni fashion dei diavoli che vestono Prada, e soprattutto mettendo al bando il miele dolciastro di molti titoli analoghi sulle damigelle d’onore.

Ovviamente non possono mancare fronzoli come i bei vestiti – anche se qui ci rimettono addosso – o l’eterno dilemma della protagonista che deve scegliere tra il belloccio infame e il bravo ragazzo dalla faccia pulita. Anche questi elementi sono però messi in gioco attraverso la carta del trash, a volte più, a volte meno riuscita. Si va, ad esempio, dal ritratto impietoso delle casalinghe disperate dell’alta borghesia americana a scene come quella in cui la Wiig – delusa dal comportamento della sua migliore amica che ha affidato il proprio matrimonio a una damigella rivale – se la prende con una teenager in una schermaglia verbale da scaricatori di porto bisbetici. Passi pure come intrattenimento estivo, ma fa un po’ impressione vedere come l’unica alternativa alle trite e ritrite commedie rosa sia individuata quasi esclusivamente in una comicità femminile becera e tendente al demenziale, in stile Una notte da leoni. Almeno, però, non è una copia pedissequa, o peggio ancora una copia radical chic, dei telefilm più in voga del momento.

LAURA CROCE

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