Mià e il Migù

12/05/11 - I bei vecchi cartoni animati rivivono in una deliziosa e sottovalutata coproduzione Francia-Italia, dai colori pastello e dal tema ecologista.

Disegni dal tratto morbido e grazioso, personaggi non troppo complessi ma caratterizzati con grande precisione, un’avventura in un luogo magico sospeso tra realtà e finzione dove si nasconde il cuore stesso della Natura e del genere umano. Mià e il Migù è un cartone animato nel senso più classico e più bello della parola: uscito già a dicembre nel nord Italia arriva nella Capitale, al Cinema dei Piccoli di Villa Borghese, con ampio e stavolta ingiustificato ritardo rispetto al suo cursus honorum tra i festival internazionali, da cui ha ottenuto nel 2009 anche un European Film Academy Award, corrispettivo meno celebre ma pur sempre prestigioso degli Oscar nel Vecchio Continente.

La storia è quella di una bimba che parte alla ricerca di suo padre, operaio impegnato in un cantiere molto lontano da casa, intuendo il pericolo in cui si sta per trovare. La zona dove lavora, e dove un magnate senza scrupoli sta cercando di costituire un mega albergo ultragalattico, non è infatti solo un paradiso naturalistico sperduto tra le foreste, ma anche la dimora di gigantesche e misteriose creature che cercano di bloccare in tutti i modi le costruzioni. Sono gli strambi e divertenti Migù, che cambiano di dimensione a loro piacimento, possono controllare il vento, parlano come dei bambini dispettosi e soprattutto dicono di essere nati da un albero secco. Saranno proprio i Migù ad aiutare Mià a superare illesa la foresta, anche se il pericolo dell’avidità umana incombe su di loro come una fitta nube vulcanica. Era da tempo che nel mondo dell’animazione, soprattutto quella europea, non si assisteva a un prodotto così delicato e genuino, capace di mescolare semplicità ed elementi fantastici in grado di accendere la fantasia dei più piccoli e di non far cadere in catalessi gli adulti. I disegni dalle tinte pastello sembrano usciti da un bel libro di fiabe, sanno toccare punte di poesia (aiutati in questo dalla colonna sonora) così come inquietare al punto giusto nei passaggi più cupi della storia. Il target di riferimento non arriva all’adolescenza e di sicuro il film presenta qualche aspetto un po’ inflazionato, ma non ha molto da invidiare a prodotti simili delle blasonate major americane.

LAURA CROCE

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