PerFiducia

31/03/09 - In questi giorni, nei cinema, nelle televisioni in chiaro e satellitari, su Internet, vi...

3 maestri per ripartire nella crisi

per-fiducia31/03/09 – In questi giorni, nei cinema, nelle televisioni in chiaro e satellitari, su Internet, vi capiterà  di vedere tre cortometraggi: è una curiosa operazione, finanziata da Banca Intesa, per raccontare in modo artistico e poetico il tema della fiducia, l`ingrediente segreto della ricetta governativa per uscire dalla crisi. Proprio l`amministratore delegato della banca ha presentato alla Casa del Cinema Ermanno Olmi, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, autori dei tre cortometraggi facenti parte del progetto. Cortometraggi che, aldilà  di servire da antidoto alla paura e alla diffidenza verso politica ed economia in questi tempi bui, dovrebbero anche aprire alla committenza un discorso multimediale; committenza che, giurano gli interessati, ha lasciato i registi liberissimi. Soprattutto di annoiare, come dimostra Ermanno Olmi che, a metà  tra l`abbandonato cinema di finzione e il ritorno al documentario, racconta ne “Il premio” la storia vera di due ragazze (interpretate dalla vere scienziate) vincitrici di un premio scientifico che, non trovando i fondi per realizzare il progetto, li chiedono a un noto economista conosciuto sul treno: un pensierino privo di cinema, di spirito, di qualunque cosa.

Migliora un po’ il breve film di Salvatores, “Stella”, su una ragazza difficile che trova lavoro grazie a un’altra giovane donna dalla vita segnata: anche qui poco più di un pensierino, per di più recitato col birignao, ma che può almeno vantare un buon incipit e un tono intrigante di regia. Regia che finalmente si vede, assieme a una ventata di cinema, grazie a “La partita lenta”, il corto di Sorrentino senza dialoghi e in bianco e nero in cui, in pochi minuti si delineano con forza due microcosmi, quello di una famiglia e quello di una squadra di rugby. Esemplare, come dimostrano anche i titoli di coda.

In conferenza stampa, oltre a qualche amenità  su Papi e arte del ‘500, si è parlato del bisogno di realismo e concretezza per poter raccontare la fiducia e il bisogno che se ne respira in giro, ma forse l’unica frase interessante l’ha detta Olmi, citando Sibelius: Che bello parlare d’arte coi banchieri; con gli artisti si parla solo di soldi.

(EMANUELE RAUCO)