Reality News

19/12/11 - Realizzato dalla SNCI, al Ciociaria FilmFest arriva un thriller sui reality show che riflette sul cinismo del pubblico e delle società di produzione.

Dalla nostra inviata MARILENA VINCI

Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA al:

  • Salvatore Vitiello
  • Fino a che punto può spingersi la morbosa attenzione degli italiani per i reality show e qual è il limite che le case di produzione televisive sono disposte a superare in nome dello share? E’ la questione su cui Salvatore Vitiello riflette nel suo ultimo film dal titolo Reality News, presentato fuori concorso al Ciociaria FilmFest. Realizzato dalla Scuola Nazionale di Cinema Indipendente (SNCI) di Firenze, il film racconta del rapimento di dieci attori durante una tournée teatrale. Lo scopo non è politico ne’ quello di ottenere un riscatto, bensì creare un reality a insaputa degli stessi ostaggi. Le immagini della prigionia vengono inviate dai terroristi a una emittente tv italiana, per la messa in onda 24 ore su 24, in cambio dei ricavati delle vendite pubblicitarie. Nonostante le torture e la crudeltà della situazione, il programma riscuote un enorme successo. La convivenza forzata della prigionia, infatti, li costringe a mettersi a nudo, a confessare i propri segreti fino alla perdita totale della propria dignità, distrutta sotto lo sguardo delle telecamere dall’irrefrenabile voyeurismo dello spettatore e mercificata da una tv immorale.

    Vitiello mostra un pubblico italiano cinico e quasi imbambolato davanti alla televisione, che guarda con distacco quanto accade come se fosse un film o un videogioco e non la realtà. I commenti degli spettatori indifferenti al dramma umano e la speculazione dei parenti degli ostaggi, dipingono una società anestetizzata al dolore altrui, che ha ormai perso ogni valore di solidarietà e dignità. Non manca la più ovvia delle condanne, ossia quella alla tv spazzatura. Non è un caso che ad essere rapiti non siano un gruppo di attori qualsiasi ma degli attori di teatro, come se fosse la cultura stessa ad essere ostaggio di un imbarbarimento sociale. “E’ la strafottenza della gente nei confronti dei problemi del mondo che ha portato al sequestro”, dice uno degli ostaggi tentando di giustificare un rapimento che crede politico. In questa frase può riassumersi il senso del film, che individua nell’insensibilità la causa primaria delle atrocità del mondo, un mondo in cui ognuno è pronto a giudicare le vite altrui ma non a considerarle come degne di rispetto, come mostra l’agghiacciante televoto che invita a indicare la preferenza su uno dei prigionieri e le relative sconcertanti motivazioni. Le interessanti considerazioni di Vitiello, una buona idea di base che ha degli spunti apprezzabili, la discreta sceneggiatura e la fotografia di Mark Melville, non bastano però a fare di Reality News un buon prodotto che, purtroppo, risente della realizzazione low budget e di una recitazione (quella degli ostaggi su tutte) quasi sempre sopra le righe, più teatrale che cinematografica. A peccare è anche la mancanza di ritmo e di qualche colpo di scena in più che avrebbero certamente giovato a creare maggiore suspence e dinamicità.