Resta anche domani

Adam ha deciso di diventare cantante ascoltando i Ramones, Mia ha preso in mano il violoncello per la prima volta dopo aver trascorso l’infanzia tra un concerto e l’altro del padre invece di frequentare l’asilo. Ora sono due liceali alle prese con la prima cotta e i progetti per il futuro, ma non sanno che un evento drammatico sconvolgerà le loro vite per sempre. È questa la premessa di Resta anche domani, la pellicola di R. J. Cutler tratta dal bestseller di Forman Gayle (edito in Italia da Mondadori) con protagonista Chloe Grace Moretz di Kick Ass (Mia) e Jamie Blackley (Adam). Un incidente d’auto, infatti, uccide della famiglia di lei: i genitori e il fratello minore muoiono nello schianto con un camion mentre Mia resta in coma, in uno stato di angosciante sospensione in cui si trova quasi a decidere se passare oltre o meno. Come se morire fosse una scelta ponderata e vivere dipendesse da quello che ancora resta di un’adolescenza ormai fatta a pezzi. Il pensiero fisso della protagonista, fino a quel momento, ruotava attorno all’ammissione alla prestigiosa scuola Julliard, un luogo dove sentirsi finalmente “a casa” dopo aver provato costantemente un senso di estraniazione persino tra le mura domestiche. Inseguire il sogno le sarebbe costato caro: Adam non avrebbe accettato una storia a distanza.L’angoscia e l’attesa dilatano i tempi registici in questo racconto onirico che subisce gli strattoni tra passato e presente: il pubblico viene catapultato nello stato di confusione di Mia e rivive con lei alcuni eventi, determinati affetti e soprattutto il momento del distacco forzato. Tutto quello che nella madre e nel padre fino a quel momento le era sembrato bizzarro, naive e sopra le righe diventa improvvisamente indispensabile per decidere di svegliarsi. La Moretz conferma il suo talento versatile e poliedrico e riesce a dare spessore ad un personaggio descritto come sfuggente, impalpabile e quasi sbiadito man mano che la vita scivola via.L’angoscia dell’attesa e la devastazione dei ricordi diventano il costante sottofondo della pellicola ma il ritmo ne risente. I kleenex – d’ordinanza in questi casi – serviranno non solo agli adolescenti ma a tutti coloro che hanno rischiato di perdere qualcuno nel corso degli anni e che troveranno un’immediata connessione con quel senso di abbandono.

Alessandra De Tommasi per cinematografo.it