Red

10/05/11 - Da una striscia di fumetti un thriller presidenziale ma anche uno scontro generazionale tra agenti CIA con Willis, Mirren, Freeman, Malkovich.

Dalla striscia di fumetti culto della DC Comics (una delle più importanti case editrici di questo genere di letteratura degli Stati Uniti) disegnata da Warren Ellis e Cully Hamner, al film. Così possiamo cominciare a definire Red la pellicola diretta da Robert Schwentke e sceneggiata con molte difficoltà dai fratelli Hoeber. L’opera ha la caratteristica di garantire, in sole 2 ore, una quantità di elementi assolutamente ingestibili. E così vediamo arrivare in ordine sparso: amore, morte, senso di inutilità, frustrazione, azione, combattimenti. Il filone principale narra le vicende di Frank Moses (Bruce Willis) agente sotto copertura della CIA, ormai in pensione, che vive con noia infinita la fine del suo lavoro e cerca faticosamente di abituarsi alla sua nuova vita: unica distrazione la relazione telefonica con la segreteria della CIA che ogni mese gli invia gli assegni pensionistici Sarah (Mary–Louise Parker) una single frustrata impregnata di pessimi romanzetti d’amore. Tutto sembra procedere nella normalità sino a che un commando non ben identificato non irrompe in casa sua distruggendo tutto, manca solo la bomba nucleare. Moses ovviamente li stende tutti e corre a salvare anche Sarah. Da qui in poi la vicenda prende le pieghe sia del thriller presidenziale che della lotta generazionale all’interno della CIA, inoltre sbalordisce per il parterre di premi Oscar, e nominati, messi in campo.

Frank, intuito il complotto interno trovato nella solita lista dell’immancabile giornalista assassinata, va alla ricerca dei suoi vecchi compagni conosciuti in una oscura vicenda avvenuta in Cile nel 1981. E ritrova Joe (Morgan Freeman ) ormai all’ospizio, Marvin (John Malkovich), straordinario nella parte del veterano paranoico e psicopatico anche se l’idea è stata ampiamente sfruttata dal Cinema Americano, in stato di follia su di isoletta armato fino ai denti, Victoria(Ellen Mirren) un tempo cecchino spietato, ora ridotta a preparare the e dolcetti, e Ivan (Bryan Cox) vecchio e annoiato senza nessun nemico da combattere, nelle nicchie delle battute e dei piccoli accadimenti il film dà il suo meglio. Per il resto la vicenda sovraffollata di grandi nomi non ha un grande respiro ma soprattutto non riesce a mescolare in maniera convincente l’ironico, drammatico, patriottico e romantico, che risulta veramente stucchevole quando vediamo Willis comportarsi da adolescente con la Parker. Doppio finale in questo caso: uno drammatico, l’altro ironico-divertente. Comunque efficaci gli antagonisti Karl Urban il tecnologico agente della Cia che dà la caccia a Moses ma soprattutto segnaliamo il grande Cattivo nel vincitore dell’Oscar Richard Dreyfuss che interpreta Alexander Dunning un imprenditore ricco, avido e crudele che ha fatto fortuna con gli appalti governativi. Forse non è così facile traslare i generi, ne sanno qualcosa gli sceneggiatori e forse non bastano cinque premi Oscar per fare un bel film. A volte è meglio un profilo più basso ma di maggiore sostanza.

LIA COLUCCI

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