Sex&Drugs&Rock&Roll

16/02/10 - Da sempre fiore all’occhiello della Berlinale e sezione apertamente di “ricerca”, Panorama...

Berlino tutta “Sex&Drugs&Rock&Roll”

(Dalla nostra inviata Daria Pomponio)

sex-drugs-rock-roll16/02/10 – Da sempre fiore all’occhiello della Berlinale e sezione apertamente di “ricerca”, Panorama ci ha regalato quello che è, fin’ora, il film più innovativo e sorprendente del festival teutonico. Diretto da Mat Whitecross (giá co-regista, al fianco di Winterbottom, di “The Road to Guantanamo” e del successivo “The Shock Doctrine”), “Sex&Drugs&Rock&Roll” è la biografia variopinta e al tempo stesso toccante di Ian Dury, pioniere della New Wave britannica e autore della celeberrima canzone da cui il film prende il suo titolo. Ian Dury, morto nel 2000, era stato colpito dalla poliomelite all’etá di dieci anni, aveva intrapreso studi artistici per poi dedicarsi alla musica, raggiungendo la fama con la band Ian Dury and The Blockheads. Claudicante per via della polio, Dury aveva inoltre fatto scalpore con la canzone sulla disabilità Spasticus Autisticus, pubblicata proprio nel 1982, proclamato dall’ONU anno della Disabilitá.

Ad interpretare il sovversivo anticipatore del punk, troviamo qui il metamorfico Andy Serkis, conosciuto ai più per aver donato mobili muscoli facciali al Gollum della trilogia de “Il Signore degli Anelli” e in seguito al celebre primate protagonista di “King Kong” (in entrambi i casi diretto da Peter Jackson). Per entrare nei panni di Dury, Serkis è andato oltre la mimesi, rielaborando le movenze e la mimica del cantante fino a trasformarsi in una vera e propria “maschera rock”. La storia della vita di Dury viene elaborata dal regista, che in fase di sceneggiatura è stato affiancato dallo stesso Serkis, seguendo sostanzialmente tre differenti percorsi: da un lato abbiamo la vita nomadica della band e la relazione di Dury con la groupie Denise (Naomie Harris, giá vista in “28 giorni dopo” di Danny Boyle), dall´altra i rapporti difficili, ma mai messi in discussione, con la moglie e i due figli, infine i ricordi di Dury del tempo trascorso nell’istituto per bambini poliomelitici. Il tutto viene contrappuntato da alcune lisergiche animazioni in puro stile british (simili, per capirci, a quelle presenti nei film con i Beatles di Richard Lester o a quelle dei Monty Pyton) che sono state realizzate per il film proprio dal maestro di arti visive di Dury, l’illustratore e pop artist Peter Blake. Il ritmo di questo spumeggiante bio-rock-pic è dunque piuttosto sostenuto e a tratti sovversivo, ma quel che sorprende di più è l’affondo nella dinamiche familiari del musicista, soprattutto nel rapporto con la moglie Betty (Olivia Williams, vista a Berlino anche in “The Ghost Writer” di Polanski) e con il figlio Baxter. Il legame di Dury con il bambino è trattato con estrema naturalezza e Serkis riesce dunque rapidamente a passare all’aggressivitá dal frontman “on stage” a scene assai più delicate e toccanti. Il trucco e le movenze di Serkis, come si è giá accennato, sono impeccabili e le sue performance on stage strepitose, una vera e propria esplosione di adrenalina sullo schermo. Fa inoltre la sua comparsa, nel ruolo del sadico istitutore di Dury bambino, il sempre perfido e tagliente Toby Jones, che qualcuno ricorderá per aver interpretato (l’altro) Truman Capote nel film “Infamous” di Douglas McGrath o per il suo ruolo in “W” di Oliver Stone.

Bio-pic rock scanzonato e fresco, “Sex&Drugs&Rock&Roll” ha forse poche speranze di trovare distribuzione in Italia, dato l’argomento, per così dire, “di nicchia”, ma è senza dubbio una pellicola estremamente godibile sia per gli appassionati di musica che per i neofiti. Naturalmente è caldamente consigliata la versione in originale, per meglio ascoltare il rauco e graffiante accento cockney di Dury/Serkis.