Sguardi sonori

30/11/11 - Breaking Dawn-parte I: pop-rock adolescenziale e brividi romantici per la colonna sonora del penultimo film della serie Twilight.

Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco

sguardi-sonori-interno.jpgI fan sono in fibrillazione, i detrattori molto meno, ma la saga di Twilight è evidentemente un fenomeno pop da tenere d’occhio, soprattutto con l’uscita di Breaking Dawn, prima parte del finale della serie. Di cui, bisogna dirlo le colonne sonore sono la parte migliore: perché il compositore Carter Burwell ha sempre fatto un onesto lavoro, ma soprattutto perché le canzoni presenti sono sempre state accattivanti e di richiamo per il pubblico (vedasi la partecipazione dei Muse, band preferita da Stephenie Meyer, negli altri capitoli). Per questo quarto sequel non cambia la formula: Burwell allo score originale e Alexandra Patsavas alla supervisione musicale. Ossia atmosfere orrifico-romantiche da una parte, a esaltare i palpiti di Bella ed Edward, qui ancora più forti, ché l’intreccio tra amore, eros e morte arriva al culmine, e dall’altra la strizzata d’occhio alle melodie e ai suoni del pop-rock contemporaneo.

Sulla partitura di Burwell non c’è molto dire, essendo l’americano un bravo professionista (vincitore di un WSA proprio per Twilight) che qui si limita a eseguire il compito di un sound più macabro del solito, ma anche più aperto al romanticismo gotico (per modo di dire): la parte del leone ovviamente la fa la compilation selezionata da Patsavas, dominata dal singolo It Will Rain, del divo pop Bruno Mars. C’è in pratica la musica commerciale più seguita dai teen-agers USA, dal quasi rock dei Joy Formidable con Endtapes, alla simpaticamente folk Love Will Take You di Angus & Julia Stone, dalla frizzante Sister Rosetta dei Noisettes alla versione acustica, suonata durante la scena del matrimonio, di Flightless Bird, American Mouth di Iron & Wine, un pò la canzone della coppia, per chiudere con Love Death Birth dello stesso Carter Burwell, tema portante dell’intero film. Sul detto squadra che vince non si cambia in campo cinematografico ci sarebbe molto da ridire, ma gli incassi e le vendite dell’album danno ragione alla produzione. Certo, la differenza tra questa colonna sonora e quelle di una serie tv per adolescenti è minima, ma le canzoni di richiamo non mancano. E poi c’è sempre l’ultimo film per migliorare.