Sguardi sonori

01/07/09 - Il nuovo gioiello dell`animazione a passo uno, quella fatta con pupazzi fotografati in...

Sguardi sonori – Coraline e la porta magica
Il suono magico della paura infantile

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

sguardi-sonori-interno.jpg01/07/09 – Il nuovo gioiello dell`animazione a passo uno, quella fatta con pupazzi fotografati in ogni movimento e poi messi in sequenza, ha due valori aggiunti: quello più marginale dell`uso del 3D e quello più fondante dell`essere diretto da un regista esperto come Henry Selick. E se vogliamo, anche quello di avere un reparto musicale di tutto rispetto. Senza scomodare il fin troppo blasonato Danny Elfman, Selick sceglie un prolifico e affidabile compositore francese come Bruno Coulais, di solito attivo nell`ambito del cinema medio o della tv francese e gli fa fare un giro a 360° dall`altro capo del cinema. E l`operazione, pur non raggiungendo i livelli di poesia del connubio Elfman-Burton, funziona e convince visto che Coulais riesce a mantenere qua e là  gli stilemi della propria opera – come l`amore per i tocchi lirici e corali, le voci infantili, il mèlange di stili musicali – esportandoli nel contesto visionario del fantasy e della fiaba.

L`apertura di Dreaming fa notare subito la duttilità  del compositore, capace di creare suoni tipicamente magici eppure oscuri, in linea col tono spiazzante e sinistro del film, e andando avanti ci si accorge di come, oltre alla professionalità , Coulais abbia anche personalità , visto che il leit motiv presentato in apertura viene declinato in varie forme e tonalità , consentendo però al compositore di aprirsi a suoni più svariati, come le corde e le percussioni etniche di Wybie, la canzoncina folk Other Father Song, le aperture jazz-fusion di Fantastic Garden, i fiati – questi sì – elfmaniani di Mice Circus, il balordo vaudeville di Sirens of the Sea, fino al Sudamerica di Spink and Forcible. E si potrebbe andare avanti per molto, visto che lo score si compone di una trentina di brevi e fulminanti tracce in cui Coulais fa spaziare tutto il suo talento e la sua voglia di ricerca, riuscendo a rendere avvincente e appassionante il lato oscuro della fiaba di Selick.