Sguardi sonori

18/11/09 - Il ritorno in patria di John Woo, da troppi anni assente da Hong Kong, è stato accolto...

Sguardi sonori – La battaglia dei tre regni

Il suono di una storia gloriosa

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

sguardi-sonori-interno.jpg18/11/09 – Il ritorno in patria di John Woo, da troppi anni assente da Hong Kong, è stato accolto con gioia dai molti cinefili e fans del regista, specie perché simboleggiato da un film che si rifà proprio alla sua carriera personale, essendostorico ed epico come quelli che utlimamente sono tornati in auge grazie a Zhang Yimou e Tsui Hark. E “La battaglia dei tre regni”, la più grande produzione della storia cinese, vuole fin dal principio far percepire allo spettatori la potenza figurativa del progetto. A tal fine la musica è elemento primario (come ben sa Woo, solito montare e concepire le sue sequenze migliori sulla scia della musica), sembra perciò azzeccata la scelta di Taro Iwashiro, prolifico compositore giapponese di cinema e tv che si trova per la prima volta sulla ribalta internazionale (a parte il segmento giapponese di “11 settembre 2001”): e lo fa con grande forza e sontuosità.

Una partitura basata sugli elementi classici della sinfonia cinese miscelati con le grandi composizioni cinematografiche provenienti da Hollywood, che Iwashiro sa dosare tra timbri squillanti, andamenti cadenzati e trovate melodiche estremamente accattivanti, come dimostra The Beginning sui titoli di testa. Il compositore è però anche capace di far assumere allo score una forma geometrica e marziale, dove le percussioni e i fiati la fanno da padroni, come in Beat on the Battle o nella fanfara di Battle to Battle, che segue la struttura visiva e organizzativa del film stesso. Una grande colonna sonora, grande in tutti i sensi, per la forza iconica e plastica della composizione, per la ricchezza delle orchestrazioni, ma anche per la semplicità immediata – da grande cinema popolare – che Iwashiro è riuscito a dare all’ottimo film di Woo. Uno di quei pochi film per cui la visione è obbligatoria in una sala, in pellicola, con Dolby Surround, per gustare fino in fondo il senso dell’epicità audio-visiva.