Sguardi sonori

04/05/11 - Il rock filippino, più o meno indipendente, raccontato da Quark Henares in Rakenrol presentato al Far East Film 2011.

Rubrica a cura di Emanuele Rauco

sguardi-sonori-interno.jpgGli sguardi sonori di questa settimana sono davvero su un altrove, su un mondo cinematografico e musicale diverso: grazie alla 13/a edizione del Far East Film Festival andiamo nelle Filippine, dove il regista Quark Henares ha raccontato la scena rock, soprattutto indipendente, con Rakenrol, deliziosa commedia giovanile sulla scia di Scott Pilgrim vs the World e Once che fotografa una realtà musicale grazie alle canzoni di vere band locali e alle musiche di Mikey Amistoso, Diego Castillo e Diego Mapa. Come una versione contemporanea di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, il film incastona una storia post-adolescenziale di amicizia e amore in un affresco ironico e partecipe della cultura musicale rock nelle Filippine: e con sincerità quasi ingenua, mette in scena un ambiente che guarda costantemente a Occidente, alle sue mode, ma filtrandolo quasi con 20 anni di ritardo, come la divertente band (fittizia) dei Baron Munchausen e il suo sexy frontman Jacci Rocha dimostrano, con questo fare da rocker da stadio anni ’80 in stile Bon Jovi.

E anche lo sguardo sulla realtà sonora, produttiva e industriale della musica nelle Filippine è altrettanto onesto, tra satira e affetto: la band protagonista, gli Hapipaks (la cui traduzione molto volgare è meglio tralasciare) sembrano una versione più indipendente dei complessi anni ’90, quelli da Mtv e classifica ma con uno spirito più punkeggiante. E così tra vere realtà, come Matet De Leon, la Shirley Temple filippina ora produttrice musicale, e parodie irresistibili (il regista di videoclip Flame Tigerbluden), Henares e i suoi musicisti – lui stesso ha un band musicale di rock ‘n’ roll – sanno restituire uno sguardo pieno d’amore, malinconia e gioia alla musica alternativa del suo paese, che mescola i cascami melensi e sentimentali del pop asiatico con la verve chitarristica dell’Occidente. E crea un piccolo culto.

EMANUELE RAUCO