Sguardi sonori

23/06/10 - Jane Campion è una regista che ha strettamente legato il suo nome e il suo talento registico...

Sguardi sonori – Bright Star
Lo spirito romantico passa per i suoni

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

23/06/10 – Jane Campion è una regista che ha strettamente legato il suo nome e il suo talento registico alla musica, basti pensare che il suo capolavoro e film più noto è Lezioni di piano, musicale nell’animo e condito dalle splendide musiche di Michael Nyman. Il suo nuovo film, Bright Star, dopo qualche anno d’assenza, si lega alla musica in un modo più ampio e ricco, cercando di riproporre lo spirito del poeta inglese John Keats tanto nell’uso della musica di Mark Bradshaw quanto delle parole e delle poesie dei protagonisti.

sguardi-sonori-interno.jpgBradshaw, compositore di scuola nymaniana, per questa OST crea una serie di piccole ed evocative ballate minimali per violino, le piazza con strazianti variazioni nei momenti importanti del film ma soprattutto le fa interagire con i suoni delle voci dei protagonisti, le loro parole, le loro poesie – finalmente – come vere note di un canto. O meglio di una minima sinfonia. Il disco della colonna sonora mette coerentemente in evidenza questo aspetto assolutamente pertinente e peculiare del lavoro di Bradshaw e Campion: fin dall’iniziale Negative Capability, le soffici (minimali direbbe qualcuno) note ottocentesche di Bradshaw si fondono, si alternano tra primo piano e sfondo, con le voci di Ben Whishaw e Abby Cornish – protagonisti di Bright Star – che recitano parole, poesie, lettere. La belle dame sanse merci e la conclusiva Ode to a Nightingale accompagnano il suono della poesia keatsiana con musica (piuttosto classicheggiante nel secondo brano, che chiude disco e film) e suoni, ma arriva a dare rilievo giustamente poetico alla semplice voce umana, come nella corale Human Orchestra o nella struggente Letters, dove le note di clavicembalo e arpa cullano le missive dei due amanti.

Un’opera di forza e delicata intensità musicale che nella versione discografica assume una valenza ancora maggiore proprio per la voglia e la capacità di affiancarsi all’operazione di ricamo visivo e sonoro che Jane Campion fa nel film. Riuscendo perfettamente a entrare e comunicare lo spirito di un epoca e di un artista.