Tutta colpa di Giuda

10/04/09 - E' venerdì santo il giorno previsto per l`uscita di “Tutta colpa di Giuda”, del...

Da Jesus Christ Superstar a Le Vallette di Torino: un musical su carcere e religione che scardina ogni preconcetto cinematografico e sociale. Con la splendida musica dei Marlene Kunz e lo sguardo da outsider di Davide Ferrario

tutta-colpa-di-giuda10/04/09 – E’ venerdì santo il giorno previsto per l`uscita di Tutta colpa di Giuda, del regista outsider Davide Ferrario, già  autore di Dopo mezzanotte, di Tutti giù per terra e del controverso Guardami, che nel “lontano” 1999 osò rompere il tabù della pornografia raccontando la storia di una diva hard colpita da tumore, sulla falsa riga della vita di Moana Pozzi. Ora questo ex-critico, che rappresenta uno degli sguardi più originali e freschi del cinema italiano, torna sugli schermi con un altro film dalla portata certo un po` dissacrante, ma volto soprattutto a introdurre nodi problematici e spunti di riflessione su una quantità  di temi spesso trascurati: dal carcere alla religione, allo statuto della settima arte nel suo complicato rapporto con la realtà . Tutta colpa di Giuda parte infatti da un`esperienza: quella concreta vissuta dallo stesso regista, che dal 2000 ha cominciato a lavorare con i detenuti tenendo corsi professionali per video editor. In principio (tanto per usare una locuzione biblica) furono documentari e corti, poi l`idea di girare assieme a loro un vero e proprio lungometraggio di finzione nella – e in qualche modo sulla – prigione, facendo piazza pulita degli stereotipi legati alla messa in scena del microcosmo penitenziario. Il punto di partenza dell`intero progetto risiede, dunque, nell`analisi critica dell`istituzione carceraria così come le civiltà  occidentali l`hanno configurata ormai da secoli, ma non da sempre.

“Non credo alla religione ma credo ai miti, che spiegano molto della cultura e degli assetti sociali” ha spiegato Ferrario, secondo cui la prigione non si può decifrare se non attraverso il “mito cristiano del peccato, dell`espiazione, della salvezza attraverso il dolore. Il carcere non è che questo: sbattere i criminali in cella come i monaci, farli pregare e lavorare affinchè trovino la redenzione nel dolore”, e ritornino tra la gente mondati delle loro colpe. Da qui il nucleo pulsante del film: il parallelo tra la prigione e la storia di Gesù, il tentativo quasi (e da sottolineare quasi) impossibile di ripensarla come pura esperienza di amore e gioia, senza tradimento, crocifissione, sofferenza, tormento e sacrifico. L`espediente narrativo è la preparazione di un musical sulla Passione di Cristo, fortemente voluto dal cappellano del carcere di Torino che, per metterlo in scena, fa chiamare una giovane e volenterosa regista di teatro (Kasia Smutniak) con più di un dubbio sulla fede. Dopo aver vinto l`iniziale diffidenza dei detenuti, la ragazza si trova però di fronte a un problema enorme, poichè nessuno in carcere vuole il ruolo di Giuda, l`infame per eccellenza di tutte le storie di tutti i tempi.

Da qui una riflessione sul rapporto inscindibile tra i personaggi evangelici di Gesù e del suo carnefice: incarnazioni bibliche del bene e del male assoluto, di due categorie che invece le società  tentano di mantenere perennemente distinte e distanti, anche attraverso le carceri. Uno spunto reso ancor più interessante dalle scelte di regia di Ferrario, che mirano a unire la realtà  fisica della prigione (il film si svolge nel comprensorio Le Vallette ed è interpretato da 20 detenuti doc), con il massimo della finzione cinematografica, cioè il musical. Il genere viene dunque piegato alle esigenze del caso, con soluzioni non sempre efficaci e meno originali di quanto possano apparire ai non appassionati del genere (basti pensare alla lezione di Lars von Trier in Dancer in the Dark). Far scontrare il mondo materiale con quello della fantasia è poi un`operazione sempre delicatissima, spesso votata al fallimento (vedi Sbirri). Tutta colpa di Giuda sconta perciò una qualità  di recitazione non proprio eccelsa e una certa difficoltà  a far decollare il discorso più “alto” sulla religione (a cui i detenuti non sembrano poi così interessati). Di contro, grazie al coinvolgimento dei veri carcerati, il film rifugge da qualsiasi retorica e luogo comune, mentre Ferrario conferma la sua capacità  di portare avanti un discorso davvero contemporaneo sullo sguardo del cinema e sulla sua incredibile capacità  di relazionarsi all`essere umano in chiave nè psicologista nè meramente fotografica… e (palesemente) sfida chiunque a crocifiggerlo per questo.

(LAURA CROCE)

Titolo originale: Tutta colpa di Giuda
Regia: Davide Ferrario
Cast: Kasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Cristiano Godano, Luciana Littizzetto, Francesco Signa, Paolo Ciarchi
Genere: drammatico, musical… ?
Durata: 102′
Produzione: Italia 2008
Distribuzione: Warner Bros Italia
Data di uscita: 10 aprile 2009